CARCERI: “IO NE HO VISTO COSE CHE VOI UMANI NON POTRESTE IMMAGINARE”

In questi giorni, forse per ricordarmi da dove vengo, ho dato un’occhiata ai miei diari che scrivevo dal carcere e ho pensato di rendere pubblici alcuni brani. Non lo so perché lo faccio, forse perché m’illudo di poter seminare qualche dubbio in alcune persone che pensano che chi fa del male ne deve ricevere altrettanto. Forse semplicemente perché mi sento un po' come un reduce di guerra e non riesco a scrollarmi il carcere di dosso, perché spesso mi tornano alla mente tutti i ventisette anni di carcere, con i periodi d’isolamento, i trasferimenti punitivi, i ricoveri all'ospedale per i prolungati scioperi della fame, le celle di punizione, ecc. Se vi va leggete, perché spesso in un prigioniero c’è un pezzo di cuore di ognuno di noi: “Oggi un compagno si è tagliato le vene… Tutto quel sangue mi ha impressionato: la limitatezza e la fragilità della natura umana in carcere è come uno specchio e ti senti emotivamente coinvolto… Insomma non è come vedere la sofferenza in televisi...