Quando penso a Enel, penso a mia madre
Quando
penso a Enel, penso a mia madre che nel 1964 (la centrale era entrata in
funzione da soli due anni), ritraendo il bucato dalla terrazza della nostra
casa posta proprio sopra l’attuale centro Kennedy, diceva che le lenzuola erano
sporche di strana fuliggine nera …e che la cosa sino a pochi mesi prima non succedeva.
Era
il 1963 o ’64, appunto… e da quel momento La Spezia ha scalato velocemente la
più triste classifica che io conosca. Quella degli ammalati e dei decessi per
malattie causate dall’inquinamento dell’aria. Tutta colpa di ENEL? Sicuramente no,
visto che qui alla Spezia in quanto a inquinamento non ci siamo proprio fatti
mancare nulla… Collina di Pitelli compresa.
Detto
questo… o meglio, ricordato, a chi pare volersene troppo spesso dimenticare… credo
che parlare di ENEL non possa avere un senso, se prima di ogni considerazione
attuale non si ricordi appunto il passato. Perché in quel passato più o meno
remoto insistono responsabilità gravi. Molto gravi, a mio avviso, da parte di
una gran parte della classe politica spezzina.
Il
“peccato originale” per così dire è infatti sulle spalle di quella generazione
politica capace di vedere il lavoro e la ricaduta economica unicamente nell’industrializzazione
del territorio.
Una
classe politica miope, dunque. Una classe politica che ha amato poco Spezia,
diventata in pochi lustri la Taranto del nord.
Una
classe politica che non ha mai saputo cogliere la bellezza paesaggistica e
urbanistica della nostra città, se ha pensato che le cartoline pre anni
sessanta con la città ritratta dall’alto, con l’immancabile pino e quelle post
enel e post porto e post distruzione di tutti gli stabilimenti balneari e post Panigallia…
fossero sovrapponibili o macchiate da “poche risibili differenze”.
Non
lo sono, cari politici degli anni cinquanta, sessanta, settanta e ottanta…
Non
lo sono affatto. Come non lo è la qualità della vita degli spezzini,
notevolmente peggiorata da un punto di vista ambientale e sanitario. In certe
zone, come nei quartieri del levante, pessima. In altre diciamo non buona (per
usare un eufemismo).
Certo,
lo sappiamo bene, questo è il paese del “chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha
dato… scurdammoce ‘o passato...”
Ma
se non scrivessi tutto ciò, farei un INSULTO alla cittadinanza, un INSULTO ai
nostri morti… un INSULTO a tutti coloro che di carbone continueranno ad
ammalarsi da qui al 2021… anno in cui (pare), bontà loro, ENEL smetterà di
produrre quel suo 2,5 per cento di energia utile al fabbisogno nazionale…
Il
carbone, dunque, grazie alla totale insensibilità e al poco coraggio delle
molte forze politiche che ci hanno governato dal 1962 ad oggi… morirà praticamente
di morte naturale… al contrario di molti altri spezzini… strappati alle loro famiglie…
Morte
naturale, dico, e non certo per merito di Peracchini… visto che in ogni caso… l’uso
del carbone dovrà essere dismesso al massimo nel 2025, dopo aver goduto di
ripetuti rinnovi della convenzione, a volte sbandierando, come nel 2011, “ambientalizzazioni" che prevedevano cose che poi non sono state fatte… o sono state fatte, come nel
caso dei due gruppi a gas… ma poi non utilizzate, e una volta ottenuta la
convenzione subito dismesse!!!
Morirà
il carbone, dunque, (speriamo), ma per gli spezzini ormai pare accertato non
morirà Enel, che in barba ai preannunciati Future E, in barba alla quasi totale
contrarietà degli spezzini, in barba probabilmente anche al buon senso,
contrariamente a quanto tutti ci eravamo illusi, ha deciso di restare, e non
già investendo sulla produzione di energia tramite le tante declamate fonti
rinnovabili, ma semplicemente trasformando la centrale da alimentata a carbone
in alimentata a gas. Che culo!
Che
culo per Enel, intendo. Ciò infatti permetterà all’azienda di non tirare fuori
un euro in termini di investimento, visto che la trasformazione è finanziata
dal cosiddetto “Capacity market” e, grazie ancora alla straordinaria e in molti
casi neppure troppo in buona fede miopia di molti politici spezzini, (anche di
vecchio corso), di non spendere un soldo probabilmente per decenni neppure in
opere di bonifica e riconversione dell’area.
Insomma
a guadagnarci è solo Enel!
E
allora mi chiedo: "E’ forse questo che vogliamo?"
Vogliamo
continuare a non vedere quello che abbiamo da anni letteralmente sotto il naso?
ENEL,
per gli spezzini, specie quelli che vi abitano nelle vicinanze o in favore di
vento… non evoca automobiline elettriche… parchi giochi …o altro.
Enel
evoca ben altro. Nella migliore delle ipotesi evoca, come a me, il ricordo di
mia madre che ritirava regolarmente il bucato “slozzato” dai suoi fumi e dalla
sua fuliggine.
Ancor
oggi Enel non capisce o risulta insensibile a tutto ciò, e molti nostri
politici continuano, dopo avere per anni autorizzato quello che io chiamo “il massacro”…
a venire meno alla loro funzione di difensori di chi li ha eletti,
trincerandosi dietro a posizione demagogiche (peraltro poco credibili nel caso
di alcuni di loro)... che certo non aiutano.
Gli
spezzini, se parliamo di ENEL, vogliono prima di tutto sapere se l’aria che
respireranno li farà ancora ammalare oppure no.
E’
da quasi vent’anni che gli spezzini chiedono un’indagine epidemiologica fatta
in modo serio, con l’incrocio di più dati… e non delle burlette pubblicate sui
siti di cui si è più volte farneticato… …
Insomma
una valutazione di impatto sanitario, e se per l’indagine epidemiologica ci
vogliono anni e dunque si rischia di arrivare fuori tempo massimo, la VIS
(Valutazione impatto sanitario) si può fare in meno di un anno… e a costi più
che accessibili…
Gli
spezzini vorrebbero anche capire se è nostra intenzione avviare un confronto
con Enel, anche alla luce delle sentenze di condanna per l’inquinamento
prodotto nel passato, sul risarcimento del danno ambientale da riconoscere alla
città a prescindere dalla bonifica che è invece un obbligo di legge visto che
questo aspetto è stato volutamente rimosso dalla ultima convenzione.
I
morti nessuno li potrà riportare in vita… ma un’amministrazione che non li
rivendica e non li ricorda… è come se li uccidesse due volte!
Parlando
di ENEL, il solo futuro che ci deve interessare è quello relativo alla bonifica
e alla riconversione in chiave green degli oltre settanta ettari interessati
dalla centrale… partendo dalla sua caratterizzazione, visto che l’inquinamento
prodotto non sarà sicuramente più lo stesso da parte del terreno interessato…
Pretendere
che la Regione neghi l’intesa (come ha costituzionalmente diritto di fare visto
che in materia energetica esiste la concorrenzialità tra stato e regioni),
motivando adeguatamente tale diniego. Per esempio, facendo presente al Ministero
dello sviluppo economico che è vero che trasformare una centrale a carbone in
una a turbogas rappresenta sicuramente un miglioramento in termini ambientali,
ma è altrettanto vero che non è la stessa cosa se tale trasformazione avviene
in Val d’Aosta dove magari ad inquinare è solo la centrale, o alla Spezia, dove,
in soli quattro chilometri di costa, ad inquinare ci sono: Il porto, le navi da
crociera, la Marina Militare, le discariche mai bonificate di Pitelli,
l’amianto mai rimosso di molti siti ed enti, specie militari, il
rigassificatore di Panigaglia… Dimentico qualcosa? Probabilmente sì.
Enel,
è bene sempre ricordarlo, è proprietaria del terreno su cui insiste… ma NON
PUO’ ESSERE PROPRIETARIA DELLE VITE DI CHI ABITA IN TUTTA LA NOSTRA PROVINCIA
!!!!!!!!!
Purtoppo,
al momento pare che ancora una volta Spezia risulti scavalcata dallo strapotere
economico di Enel, anche per colpa di un’amministrazione che, con il suo “falso
ambientalismo”, risulta totalmente irresponsabile rispetto ai propri doveri che
dovrebbero essere quelli di mantenere un costante confronto con la
multinazionale dell’energia.
Un
confronto basato su dati reali, attuali, e che ci avrebbero dovuto consentire
di conoscere prima quali erano le intenzioni dell’azienda.
Oppure
, come io in realtà penso, tali intenzioni si conoscevano bene e il turbogas
stava bene a tutti, tanto che Peracchini, prima della famosa inversione a U in
chiave “figlio dei fiori”, aveva messo tale ipotesi proprio in un suo documento
portato in Consiglio comunale… Altro che Spezialand!!!
Personalmente,
pur avendo aderito a un grande partito, nel quale per fortuna vedo consolidarsi
sempre più un’anima ambientalista, anima che è però importante dimostrare più
quando si governano i territori di quando si subisce il governo altrui… dico le
stesse cose che dicevo ieri.
Persino
ogni albero tagliato è qualcosa di irripetibile sottratto alla collettività in
termini di salute. Figuriamoci il permettere a una grande multinazionale come
Enel di continuare a bruciare combustibili fossili a pochi metri da tutti noi…
Esiste
un piano energetico nazionale che prevede ovviamente l’uso del gas… e dobbiamo
prenderne atto perché il gas transitoriamente ci deve permettere di arrivare
alla produzione energetica utilizzando esclusivamente fonti rinnovabili sulle
quali sinceramente, fossi stato al governo io, avrei investito di più.
Quel
piano e le direttive europee però dicono “anche altro” in termini di
compatibilità ambientale dei siti in trasformazione come quello di Spezia.
Ecco,
la Regione, l’unica che ne ha facoltà, verifichi e pretenda che quel “anche
altro” venga verificato e applicato.
Massimo
Baldino Caratozzolo
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