Il buono e il cattivo

I n carcere senza scrivere non sarei riuscito a sopravvivere. Scrivere mi faceva bene perché potevo vivere la libertà degli altri e sognare la vita dei personaggi dei miei romanzi. E per uno che non aveva più vita né sogni non era poco. Scrivevo di notte per tante ore, seduto su uno sgabello in un angolo della cella, al freddo, a scrivere romanzi che pensavo non avrebbero mai visto la luce, perché non è facile pubblicare per uno scrittore ombra. In tanti anni di carcere non ho fatto altro che scrivere e mi ricordo che ormai sotto la mia branda non c’era più posto per tenere i miei manoscritti. E c’erano delle notti che mi veniva voglia di dare fuoco a tutto per riscaldarmi. Ci vuole un sacco di tempo e di energia per pubblicare un nuovo libro e quando finalmente va in stampa scopro che il lavoro è appena iniziato, perché manca la cosa più importante: la promozione. Se un libro non è conosciuto non può essere letto e se non viene letto è come se non fosse mai stato scritto....