Il pulsante rosso

 





di Paolo Luporini


Fabrizio si stese sul letto e accese con fatica la TV (il software di quel nuovo modello non era tanto intuitivo). Selezionò un canale di video musicali. Con la sinistra cercò sul comodino le gocce delle lacrime artificiali. Con fastidio, con due dita della sinistra si teneva aperte le palpebre dell’occhio destro e attese che la pressione delle dita della destra sul flaconcino emettesse la sospirata goccia nell’occhio. Parte del liquido era riuscita a irrigare l’occhio, sofferente per la lunga visione degli schermi. Parte del liquido arrivò a bagnare la guancia, sulla quale passò il dorso della mano destra. Passò all’occhio sinistro e stette molti minuti con gli occhi chiusi, insofferente per l’ozio obbligato. La TV attaccò “Losing my religion”, un pezzo che musicalmente lo prendeva molto. Marta entrò nella stanza:

“E’ oggi che Trump lascia?”

“No, credo di no, manca qualche giorno ancora.”

La domanda lo lasciò inquieto ma le note continuavano a infondergli una struggente malinconia che divenne cosciente facendolo soffermare sul senso che il titolo aveva per lui. Erano due anni, ormai, che il suo senso religioso era compromesso da ragionamenti contro l’esistenza di Dio contrastati da una voce interna che lottava per affermare che la ragione non spiega tutto e che c’è molto mistero che affiora costantemente al livello cosciente e inquieta la sicurezza delle prove razionali. Anche una religione sincretica personale non si affermava pienamente con certezza e forza e Fabrizio vagava da tempo in un limbo di emozioni contrastanti, ondivaghe. La meditazione attuale non portava da nessuna parte ma affioravano i ricordi dei significativi déjà-vu e dei ‘segni’ paranormali ai quali in passato aveva attribuito molta importanza nel convincerlo che esiste uno spirito che sostiene la materia e le dà senso. Il vivido ricordo della sincronicità di molti eventi, delle coincidenze significative, e persino dei ‘piccoli miracoli’ che gli erano capitati o ai quali aveva assistito di persona, lo convinse anche in questo momento che si deve credere e mai smettere di sperare, provare gratitudine per la Bellezza della Necessità che comprende l’Armonia degli estremi e che ci fa provare tutta la gamma delle esperienze e dei sentimenti che ci regala la Vita, in bene e in male.

Dall’altra parte dell’Atlantico, un po’ più a ovest, uno sconsiderato con la pulsione di morte premette un pulsante rosso. Automaticamente, s’incrociarono velocissime rotte da ovest a est e viceversa, in tutte le direzioni e, a occhi chiusi, Fabrizio percepì, dietro le palpebre, una luce che durò un istante eterno.


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