CERTOSA O STRACCHINO?


di Paolo Luporini  

Medico vogherese si reca alla Certosa di Pavia per visitare un monaco monco. Il paziente era agitato. La sua certosina diligenza s'era mutata in affrettata impazienza, scatenata nel ballo di San Vito. L'herpes zooster scatenava frenetiche passioni nel cellulare impazzito della sua cella tranquilla. La visione del film porno della "Monaca di Monza" gli agitava la mano monca, la destra, nell'assestargli un colpo mancino rovesciando la minestra nel piatto sul tavolino sotto la finestra mentre, seduto sulla panca, rimembrava la mano stanca, il corpo rigenerato, dal parossismo senza fiato, dell'estasi raggiunta, della mano tutt'unta. Il dottore, con vigore, lo riprende, mirandolo di sbieco: "Vuoi esser cieco? Oltre ad esser monco, della vista sarai tronco. Se continua l'insana passione, più non godrai della visione. Promette il cistercense: non rovescerà le mense, la zuppa buona per la truppa, di salvezza sarà scialuppa. Più poté per colui la fame che il rotolarsi nello strame. Se la tua mano ti è di scandalo, meglio entrar monco in paradiso che da vision e pappa restar diviso.





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