TEMPI DURISSIMI PER IL POPOLO SAHARAWI (ben oltre la pandemia)



Ph. Andrea Luporini


Paolo Luporini

Non tutti seguono le tristi vicende di questo popolo del Sahara spagnolo che alla fine del franchismo venne invaso dal Marocco e dalla Mauritania. Il Fronte Polisario sconfisse quest'ultima e occupa tuttora soltanto il 20 % del territorio dell'ex Colonia, mentre il restante 80 % è contenuto nel cosiddetto muro marocchino. Molti furono i profughi che si rifugiarono in Algeria e che vivono tuttora nei campi. Il Marocco invia i suoi aerei sul territorio del Polisario facendo vittime anche tra i civili. 

Sul fronte politico il Marocco ha ricevuto un riconoscimento della propria sovranità sui territori occupati, da un Trump già sconfitto, in cambio della normalizzazione dei rapporti con lo stato di Israele. L'attendeva dal 1976. Da tanto perdura la sofferenza del popolo saharawi, dei militanti arrestati, dei giornalisti che con coraggio lasciano trapelare le notizie in uno stato di assoluto controllo dell'informazione. 

Si riaccende la tensione con l'escalation della violenza e il rischio di scontri al confine con l'Algeria, che appoggia il Fronte Polisario. Il referendum per l'autodeterminazione, sempre promesso dagli accordi degli anni novanta, viene rimandato ma la repressione è sempre continuata. Recentissimamente, tre saharawi (civili) sono rimasti uccisi da un attacco aereo marocchino e l’esercito di occupazione marocchino ha bombardato Agwashin nei territori liberati del Sahara Occidentale.

La guerra c'è davvero. Continua anche la resistenza Nonviolenta attuata soprattutto dalle donne, nei territori occupati. In prima linea nella Resistenza sono le madri degli incarcerati o quelle che hanno visto i propri figli uccisi e tutte le donne che nella quotidianità fanno resistenza passiva alle truppe occupanti, come testimonia questo video di pochi giorni fa. 







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