CHE PALLE!

Ore 5:51 “Che palle!”, questa è la prima frase che ho mormorato mentalmente stamattina. Mi sono alzato di scatto, incerto sulle gambe e, barcollando e sbandando, mi sono precipitato a pisciare. Il pensiero è andato alla contabilità del coronavirus, che è sempre un passivo. L’unico numero confortante è quello dei guariti, che, da molto dopo l’inizio della pandemia, è sempre superiore a quello dei decessi. Questo pensiero “positivo” (com’è diventato negativo quest’aggettivo) mi ha fatto tornare al motivo della veglia di ieri notte. Infatti, da ieri sera alle 17:40, quando ho ripreso la lettura di “Anni collaterali” di Marco Ursano, dal punto in cui Edipo consegna in motorino le pizze in quel di Pisa, non mi sono più fermato sino alla fine del libro. Se l’ho divorato, ci sarà un perché. Mi pare evidente che perciò è un bellissimo romanzo, una storia di tante storie, quella di una vita, quella di uno di noi. Più giovane di me, mi viene da dire, ma in fondo le nostre vite si somiglian...