ADIL BELAKHDIM

Stefano Sarti 

Un episodio simile a quello che ha portato alla morte del sindacalista dell’autotrasporto è successo anche alla Spezia moltissimi anni fa, per fortuna senza conseguenze mortali. Eravamo in sciopero come metalmeccanici per il rinnovo del contratto nazionale e un gruppo di lavoratori di OTO Melara andò a fermare l’Aurelia in prossimità del cimitero dei boschetti. Roberto, un nostro collega (che purtroppo morì qualche anno dopo a causa di un cancro) durante il blocco del traffico si sdraiò in terra non consapevole che stesse arrivando un’autovettura a tutta velocità nel tentativo di forzare il blocco! Per fortuna alcuni compagni riuscirono a far letteralmente rotolare Roberto evitando che fosse investito. La macchina fu bloccata dai manifestanti e un nostro compagno con un  violentissimo pugno ruppe il lunotto posteriore che andò letteralmente in pezzi. Poi si venne a sapere che la donna che aveva cercato di forzare il blocco, e che per poco non aveva portato alla morte il nostro collega, era una persona che stava andando a Villa Andreini a trovare il marito lì detenuto. La riflessione è questa: è certo che i blocchi del traffico come quello che ho appena ricordato possono esasperare, ci sono persone in coda che magari hanno appuntamenti e impegni e li vedono sfumare . Però mi domando: ma dov’è finita la solidarietà tra le persone, il cercare di capirne le ragioni, anche in situazioni che possono esasperare come queste. Il fatto che una persona si senta defraudata del suo tempo può portare a compiere azioni così irreversibili come dare la morte a un’altra persona o come nel caso di Roberto ad averla evitata per un soffio? Ma non dovremmo riflettere sui nostri valori di fondo, su cos’è giusto e cosa no, su cosa è proporzionale nelle reazioni? La cosa mi ricorda quelli che si ammazzano per una lite per un parcheggio. Il dato è che il sindacalista non c’è più e chi l’ha investito probabilmente sentirà il rimorso per tutta la vita e quindi quanto ne vale la pena? Noi quando lottiamo come categoria dei metalmeccanici riusciamo a farci capire e a spiegare le ragioni delle nostre lotte e, soprattutto, le persone sono disposte a capirle? O viviamo in una società in cui l’individualismo è così sfrenato che non  ci rendiamo conto che le nostre reazioni, se non controllate, possono portare anche alla morte di altri? Una società in cui il tempo si è fatto, come  dice quel detto popolare, non denaro ma addirittura profitto?

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