LA PENSIONE



Paolo Luporini
20 novembre 2021

Mi credevo
Che la pensione
Fosse un periodo
Di noia, miseria, solitudine,
Sofferenze, rotture di palle,
Isolamento, perdita di rispetto, perdita.
Ora farei mille cose, 
cento che ne faccio
Mi riempiono le giornate
Non faccio caso al meteo
Ogni giorno è bello.
Se passeggio, vedo gente
Parlo con sconosciuti
Senza problemi
Solo 'ste mascherine
Mi ricordano a ogni momento
Che può venire il momento
Ad ogni momento
Inspiegabilmente
Mi è già capitato
Tante volte
Falsi allarmi
Che mi hanno insegnato
A dormire col salvagente
E il casco
L' estintore al fianco
Non la pistola
Ma una mazza da baseball.
Non sono mai solo
Neppure chiuso in una stanza
Connesso eternamente
Con gli angeli che ascoltano
Tutti angeli su questa terra
Uomini e donne di buona volontà
E i cattivi, miseri che sbagliano.
I dolori non mancano
Sono motivi di conversazione
Di anch'io, sapessi me!
Per ora non ostacolano, solo limitano
Ciò che il Rodomonte che è in me 
Amerebbe fare
Le pasticche una dipendenza
Cronica
Aiutano a mandare avanti il carretto
Ma non davanti ai buoi
Come a vent'anni 
Bei tempi! 
Formidabili quegli anni!, vero, Capanna ?!? 
Anche tu pensionato d'oro
Non sgoccioli alla classe operaia
Il vitalizio che ti mantiene e non ti basta
Come a me deve bastare
La pensione di una vita di lavoro
Che mentre sgobbavo
Il superfluo mi era necessario
Ora del necessario so a fare a meno
Senza venti centesimi in tasca
Se dovesse mancare l'indispensabile, 
avrei ora l'umiltà di umiliarmi
Chiedendo aiuto
Spero solo nel respiro
E talvolta sospiro
Sperando
Indeciso se implorare
O con amore pensare, 
Così pregare. 

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