Ampliare la base navale o dare un futuro alla città?


William Domenichini

Il progetto Basi blu va contrastato, così come è stato proposto, e dovrebbe essere l'occasione di bonificare e ripensare un'area di 900mila metri quadri che occupa da 150 anni il nostro territorio, che negli anni d'oro occupava oltre 20mila lavoratori e che oggi, con la stessa superfice occupata ne vede presenti un migliaio. Questo in un mondo civile, o se volete in teste e cuori che vorrebbero traguardare un futuro degno di tale nome.

La sottosegretaria leghista ritiene le nostre preoccupazioni "uscite da campagna elettorale" ma evita accuratamente di rispondere nel merito, forse perché confermerebbe che con questa amministrazione, La Spezia ha perso l'occasione di condurre una trattativa con la Marina militare che ponesse due obiettivi necessari alla città: 1. bonifica dai veleni, 2. riorganizzazione e razionalizzazione delle attività interne, 3. recupero di spazi alla città.

I totiani sono più onesti, la loro visione della città è quella del '900. Nonostante sia del tutto evidente che 350 milioni ricadrebbero solo ed esclusivamente ad appannaggio della Marina militare, non certo sulla città: si tratta di scali e di logistica militare, non officine e produzione (ammesso che quella produzione sia ritenibile il futuro).

La chiusa di Fratelli d'Italia è la ciliegina sulla torta: l'arrivo di nuove navi (che approderanno, resteranno ormeggiate e salperanno) rappresenta una prospettiva di sviluppo. Forse perché è previsto il lancio di banconote da 500 al loro arrivo e in partenza.

Personalmente dopo la finanza creativa pensavo di aver visto e letto tutto, ma mi rendo conto, nonostante la mia non giovanissima età, che ho molta da imparare. Occorre davvero cambiare pagina alla Spezia.

Laparteperiltutto è un prendere parte. 

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