TRE OMICIDI


Paolo Luporini
18 novembre 2022 

Da Cinzia Zini ho letto questa citazione: "Ho imparato in questo mestiere che chi comanda non solo non si ferma davanti a ciò che noi definiamo assurdità, ma se ne serve per intorpidire le coscienze e annullare la ragione." 
J. Saramago, Saggio sulla lucidità

Mi ha fatto pensare, l'assurdità dei potenti, all'uccisione delle sorelle Mirabal, simbolo della Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre ogni 25 novembre, in loro ricordo. Avvicinandosi tale data, ascolto in tv la notizia delle tre uccisioni del quartiere Prati di Roma. È facile pensare che siano collegabili e i telecronisti (anche le giornaliste) non smettono di sottolineare il mestiere delle vittime, come se potesse essere parte del rischio la morte violenta. Questo mestiere è contiguo alla criminalità ma non è un reato e chi è lontano da questo mondo non può capirne molto anche se c'è dovizia, a partire dal Vangelo, di racconti, libri, pitture, sculture, film, canzoni, ritrovamenti archeologici, molti dei quali sono capolavori classici. Un tempo, presso alcuni popoli si praticava la prostituzione sacra. Sul sesso e sull'amore s'è scritto tanto e se ne scriverà sempre. Io ne ho parlato molto poco. Per me, il sesso senza amore non lo concepisco. Però ho fatto sesso con amiche per cui provavo attrazione chimica e intellettuale e speravo nascesse un rapporto duraturo. Talvolta è stato molto bello e con molta passione, alcune volte l'amicizia è continuata senza più atti sessuali. Ho avuto grandi amori e perciò anche drammi personali. Con i sentimenti degli altri ci vuole rispetto, non si gioca! Le promesse si rispettano quanto si può. In una coppia ci sono scambi che beneficiano entrambi. Ci si appartiene perché c'è una relazione che accomuna. Dove c'è l'idea del possesso è nascosta la proprietà. È così che dai tempi più antichi il sesso si prende, si compra, con una dote o col soldo o con l'offerta di un nome nobile, di uno stato sociale. Siamo circondati di relazioni così. La mente umana, non faccio differenza tra uomini, donne o amanti dello stesso sesso, quando si sospetta derubata di un rapporto affettivo creduto come possesso, reagisce con la sofferenza e spesso, più che le parole, parlano i fatti. I fatti molesti o violenti. È la patologia dell'abbandono. Sono abbastanza numerosi pure gli episodi in cui le vittime sono degli uomini, non ci sono solo i femminicidi. L'affetto e il sesso sono bisogni naturali che hanno una grande importanza sulla salute integrale delle persone e la società, nei millenni, ha tentato varie forme per supplire a questa necessità. Una di quelle forme è la famiglia di un uomo, di una donna e dei loro figli. Per un matrimonio sterile c'era il ripudio legalizzato. Dalla Chiesa era previsto l'annullamento. Enrico VIII, anche per motivi politici, inventò uno scisma per un divorzio. Poligamia, poliandria, matriarcato, resistono tuttora in alcune nicchie etniche dove sono anche giustificate dall'economia, che ha un grande peso su tutta la faccenda. 

Per la prostituzione, ricordo che a diciott'anni qualche amico aveva la patente e un'auto e, per divertimento, la notte, ci faceva fare "il puttan giro". Lui si affiancava, abbassava il finestrino e pronunciava, recitata senza intenzione, la frase:"Quanto vuoi?" Lei sussurrava una cifra, e quando lui chiedeva: "Per tutti e quattro?", lei gli diceva: "Non farmi perdere tempo, che mi allontani i clienti!" Lui rideva, io morto dalla vergogna; le diceva "Ciao!" e sgommava via. Sghignazzava spavaldo e io gli dicevo che era l'ultima volta che mi avrebbe costretto a questa figura. Me lo rifece un'altra volta, in un'occasione per lui plausibile ma per me del tutto inappropriata e gli urlai che desistesse, altrimenti lo avrei umiliato parlando anch'io con quella signora. Così non lo fece e si limitò a rallentare e guardare. Io ero ugualmente incazzato. Invece, riferisco un momento molto bello che nacque involontariamente a Como, dove stavo facendo il CAR, l'addestramento reclute, all'inizio del mio anno di leva militare obbligatorio. Eravamo tre reclute in libera uscita e non conoscevo bene nessuno degli altri due. Uno ci disse che il giorno prima aveva fatto sesso con una puttana ed erano diventati amici. Voleva andare a salutarla, se non era impegnata. Aveva la sua auto lussuosa in una piazzetta alberata. Misi in chiaro che io non volevo andarci e anche lui disse che neppure lui ne aveva l'intenzione.
Così ci avviciniamo, lei aveva le luci di cortesia accese e vidi una ragazza di bellezza normale ma con i capelli un po' corti. Lui la salutò, ci parlò un po' e ci scherzò. Le spiegò che era solo una visita di cortesia e che ce ne saremmo andati via subito, se lei voleva. Lei invece c'invitò a sederci in macchina, si prendeva una pausa, aveva voglia di parlare con qualcuno. Fu così che venni a conoscere una ragazza normale che non faceva il mestiere spinta da umili origini, da necessità, per mantenere un figlio senza un padre, o perché innamorata o costretta da un protettore. Lei non ne aveva. Ci disse che era un'imprenditrice e che possedeva i mezzi di produzione, ci stava seduta sopra e vendeva l'amore ma talvolta lo regalava, perché guadagnava tanto da condurre una vita agiata, una bella casa, quella macchina molto comoda che era il suo studio professionale privato. Era molto serena nel dirlo, non c'era, nel tono della sua pacata e amabile conversazione, nessun tentativo di scandalizzarci o di ansia mascherata da frasi spavalde. Il nostro congedo fu molto amichevole e rispettoso. A me apparve molto dignitosa e ribaltò gli stereotipi ricevuti dai film, dalla tv, dagli scrittori, dalle cronache giornalistiche, dalle barzellette sessuali che giravano allora. Mai più vista. Ero molto innamorato della mia fidanzata di allora. Spero che il serial killer e quei 'giornalisti' siano presto messi nella condizione di non nuocere più.

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