LEZIONI DI DIALETTO SANTERENZINO
(Fig. 1)
impartisce LEZIONI DI DIALETTO SANTERENZINO
a beneficio dei foresti che vogliano accedere al territorio, ai locali e alle bionde spiagge del suo ameno paese, approdo sicuro di squisita e schietta villeggiatura ligure balneare, in vista dei vicini mesi estivi in cui verrete a romperci il belino. Sappiate che anche per acquistare il kit di sopravvivenza (trofie, vasetto di pesto ligure al basilico e aglio, mesciüa, fainà, anciüe, totaneti, fugassa) vi sarà richiesto l'attestato del livello "b1" conseguito all'Istituto Superiore di Lettere Santerenzine di quel di Pozzuolo-Falconara.
Bando alle ciance! Iniziano le lezioni:
Lezione 1: Zoologia.
Can bórdó
(Vedi Fig. 1)
(Siccome tra due mesi cominciate a venirci tutti a ballare il tip tap sul belino, almeno imparate a parlare la lingua)
(Fig. 2)
Lezione 2: Pubbliche relazioni
Dame a mento
(Fig. 3)
(Fig. 4)
Lesson 3: parte seconda: Arredamento, biancheria e hôtellerie
Révértégàgia
(Fig. 5)
Lesson 4: Zoologia. Rettili
Ligóe
(Fig. 6)
Lesson 4: Zoologia. Rettili (2)
Lésena
(Fig. 7)
Lezione 5: Economia domestica
Redàssa
(Fig. 8)
Lezione 5: Economia domestica (2):
Guàrco
(Fig. 9)
Lezione 5: Economia domestica (3):
Strasso
(Fig. 10)
Lezione 5: Economia domestica (4):
Spassadóa
(Fig. 11)
Lezione 5: Economia domestica (4):
Spassadóa
(Fig. 12)
Lezione 6: Oggetti per vari usi quotidiani:
Bogió
(Fig. 13)
Lezione 7: Giochi e passatempi:
Sgavàdoa
(Fig. 14)
Lezione 8, economia domestica - livello progredito:
Cugnòtto (a sx) - Tarétto (a dx)
Aggiunta per la precisione: i contenitori di vetro con coperchio per chiuderli hanno anche un nome generico: Albanèlla.
(Fig. 15)
(Fig. 16)
Lezione 10: Relazioni sociali.
“Ti vedo rabbuiato”
“Te gh’è l’agnelo morto ‘n cuo?”
(Fig. 17)
Lezione 11: Abbigliamento
Rebèca
(Si ringrazia Maria Velia Oriani per la segnalazione)
(Fig. 18)
Lezione 12: Sicurezza domestica
Verción
(Fig. 19)
L'antefatto è che esisteva (o esiste ancora, non lo so) un formaggio che si chiamava "Cacio Reale".
Dovete sapere che un tempo, quando in estate comparivano i foresti, c'erano persone che, per non fare la figura della gente rudimentale, nella notte dal trentun maggio al primo di giugno cominciavano a parlare in italiano, abbandonando il dialetto, che poi riprendevano a usare dal primo di settembre. I risultati, sebbene a tratti potessero anche sembrare promettenti, non erano però sempre all'altezza delle aspettative.
Così, in cooperativa, al banco del fresco, una mattina ebbe luogo il seguente dialogo:
- E poi mi dai anche un etttto e mezzzzo di presciutto
- Pronti. Altro?
- Sì, aspetta. Ecco, quasi quasi, sì. Una bella fetta di cazzo reale.
- Eh, i ne gh'è. Re Umberto g'è n'esilio en Svissera.
(Fig. 20)
Lezione 13: Toelèta (cura della persona):
Destrìga
(Fig. 21)
Lezione 11: Abbigliamento, parte seconda: calzature
Scròcheo
(Fig. 22)
Lezione 15: Articoli per fumatori
Brichétti
Il caffè d’orzo è una roba TRÌDA (trad.: “sa di indigenza, ristrettezze economiche e tempo di guerra”).
Lezioni di lingua ad uso dei foresti.
22. Decessi e cari estinti. Lez. 1: depositi per salme.
Loculo: CÀNTOA
Marso sgagarso,
figio d’en lavadóe
Da na parta la pióa,
da l’aotra ghe pica o soe
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