"Sabato letterario" con Paolo Luporini
Paolo Luporini presenta se stesso e la sua produzione artistico-letteraria al Sabato Letterario curato da Alessandra Del Monte, editrice spezzina, al Bar IL VOLO, in piazza Verdi alla Spezia, sabato 2 marzo 2024 alle 17.
La Gazzetta della Spezia 2 marzo 2024
2 marzo 2024 h 21:
Ringrazio tutti quelli che sono rimasti in piedi ad ascoltarmi fino alla fine! Quelli già seduti per essere stati presenti e i cavalieri che hanno lasciato il posto alle signore. Alessandra Del Monte per avermi proposto l'evento al bar Al Volo, contornato da bellissimi quadri. Massimo Marasco e Letizia Amadi, preziosissimi compagni di viaggio, Giuseppe Rudisi di SM Spezia Mirror per la stima che ha esternato davanti a tutti, rincarando la dose di lodi di Letizia e dandomi modo, con le sue domande, di riferire lati segreti di me che altrimenti non sarebbero venuti fuori stasera, come il ricco lavoro di supporto al collettivo CUORI in Fiamme che si è espresso nel blog https://cuoriinfiamme.blogspot.com e nei due volumi di TEMPI DEI CUORI CHE S'INFIAMMANO che hanno aperto una generosa sottoscrizione a favore dell'associazione EMERGENCY ong che dal 1994 ha portato soccorso chirurgico a 12.800.000 persone ed è presente oggi in 8 paesi in guerra. "DIAMO UNA POSSIBILITÀ ALLA PACE!" è stata la frase del firmacopie odierno.
LETTURE PER L'EVENTO AL CAFFÈ
"AL VOLO"
https://youtu.be/jhfyOpjtD2Y?si=sPW8lKPhm0n8SqxM
Prima poesia del librino di Paolo Luporini “DE RERUM NATURA”
LA NASCITA DI VENERE
Quando Dio pensò la Bellezza,
non creò Venere
dalla spuma del mare,
ma creò un cerchio perfetto.
È perfetto anche adesso.
Poi lo circondò con il tutto.
Al suo centro il vuoto,
cioè la mancanza
di tutto quello che è.
E così creò l'Amore.
Ogni cosa rispecchia
la bellezza di vuoto e di pieno.
Venere è questo.
È la conchiglia e la perla,
il vento e la calma,
il maschile e la donna,
il tutto ed il Nulla,
il mare e il secchiello,
la testa e il cappello.
È pure il male
che confina col bene,
il sangue e le vene.
Chi nel brutto vede il bello
è poi molto avanti,
nel mondo ci vede
le risa ed i pianti.
23 febbraio 2024
Con un grande salto indietro, di tre anni, un Volo a una delle prime poesie del primo volume di poesie pubblicate quando l’autore non le chiamava ancora pensierini (fa parte della raccolta VUOTO, i cui libretti gli furono consegnati a casa mentre era ricoverato all’ospedale San Bartolomeo per covid):
LA VEGLIA
Febbraio, 06-2021
Siamo svegli,
Io e te,
Soli nella città.
Stanze,
Celle,
D'isolamento.
Ma io ti sento fratello,
Sconosciuto amico,
Tu mi appartieni,
Di te non so nulla,
Magari ascolti Dylan
O John Mayall
O leggi Kavafis o Szymborska
Oppure prepari una torta,
Oggi hai gli esami del sangue
E covi presagi.
Ti prepari ad un viaggio
O un esame a Pisa.
Fai ginnastica o preghi,
Cazzeggi sui social
O guardi il soffitto
Paventando paure.
O culli il bambino
Per farlo dormire.
Non pianga,
Non piangere tu.
O piangi, fa bene,
A volte piangere
La mamma scomparsa
O un amore finito.
Vita sospesa, vita vissuta,
Vita vegliata,
Non più sonno,
Occhi aperti.
Io ti guardo e ti penso
E mi penso pensarti,
Tu oggetto io soggetto,
Tu soggetto io osservatore.
Chiudo la finestra,
È il mio turno.
Tu pensa a me.
Io dormo coi Beatles:
"Blackbird".
La lunga parentesi del covid che avrebbe cambiato tutto (senza cambiare nulla) ebbe una riapertura con il desiderio degli incontri e degli abbracci. Il titolo UN ABBRACCIO del sesto libretto prelude a quel bisogno.
UN ABBRACCIO
12 aprile 2022
Sono a letto
Guardo Le Iene
Mio figlio
Viene
Mi abbraccia:
7 minuti e 50 secondi
Chi li ha contati?
Un tempo senza fine.
LA BELLEZZA DELLA SERA fu il nono libro, sulla malinconica armonia di certe sere che rendono sopportabile o bello pure un finale. Ecco una poesia su un capitolo chiuso, il cinema in piazza.
PORTATEVI LA SEDIA
27 luglio 2022
Quelle sere
nel cortile dell’Oratorio,
con castigate pellicole tagliate,
per 50 lire,
grandi successi
in quarta, quinta visione.
O nella nostra piazza
(portatevi la sedia!)
il Consiglio di Quartiere
proiettava
i film
scelti da Dadà, Roda e Maggiani.
Si apriva il dibattito:
tanti scappavano!
Le rondini, i pipistrelli,
le falene, le zanzare,
disturbavano le immagini
e la poesia della trama,
la gazzarra dei bimbi il sonoro
e la pellicola bruciava.
Fumo di sigaretta
e baci rubati,
di nascosto dalla zia
che l’accompagnava.
Un altro ricordo serale:
LA VILLA
27 luglio 2022
Il giorno dopo
partivo per l’Elba,
con la Gilera.
Con la moto
salimmo a Isola
e da un buco in una rete
arrivammo alla villa diroccata.
Le stelle e le luci
sul mare
si confondevano
in un quadro punteggiato di colori
e profumi della Bella di notte
e del rosmarino.
L’amore fu bellissimo
e, rientrando,
camminavamo in salita
all’indietro,
per fissarci
il momento
e il quadro
magici.
Giovinezza.
Sempre in tema di posti e luoghi di bellezza, nella raccolta RIFUGI, il rifugio bello della poesia. È il pensierino dal titolo:
POESIA
Per scrivere di poesia
bisogna vederla
nell'universo
attorno.
Non è da tutti,
non è sempre,
ma è punto di arrivo
o di passaggio
in una
riconciliazione
col paesaggio.
6 settembre 2023
IL DRAGO MANGIACOLORI, ventiquattresimo libro, è un mostro che divora la bellezza e lo si combatte con la Fantasia, sebbene la ragione ci dica che sarà una lotta dura. Va affrontata con coraggio.
APRÈS DE NOUS
Il diluvio
lo pensiamo alle spalle.
Invece ci travolge
l'undicesima piaga d'Egitto,
mai paga.
Un editto
di nostra proscrizione,
persecuzione
comune a tutti,
cattivi, buoni, belli e brutti.
22 ottobre 2023
Si allude alla guerra, scatenata dopo la piaga d’Egitto della pandemia, altra piaga di uno dei cavalieri dell’Apocalisse. Ci viene propinata, oltre che sul portafoglio, con i doppi rincari delle spese, con le quotidiane scene della tivù.
CREALTÀ
- Omaggio ad Alessandro Bergonzoni -
La televisione va guardata,
ma non va accesa.
Piuttosto rammenta:
ammenda la memoria,
cuci insieme l'arte
con la parte
che altrimenti se ne parte.
L'Alzheimer,
'sto tedesco
lui arriva troppo presto.
23 ottobre 2023
Prima che ci tocchi quella mannaia, da cui forse una Provvidenza potrebbe scamparci, godiamoci la nostra ricerca, una strada nascosta dal fogliame, nella speranza di una radura ariosa:
DIO C'È
Dio c'è
(sempre meno tra la gente)
ma c'è.
È il nostro tessuto connettivo.
Non lo vedi
perché
è scritto tra le righe.
1 novembre 2023
Paolo:
A questo punto vorrei che il mio amico Massimo, che ha avuto modo di conoscere il mio amico Roberto Bertoni, un concittadino professore emerito dell’università TRINITY COLLEGE di Dublino, cortesemente leggesse l’ultima lettera mail che gli scrissi, ma io non sapevo che lo fosse. Avevo mancato stupidamente il nostro ultimo appuntamento. Lui forse mi avrebbe detto di essere malato.
Massimo:
Caro Roberto,
questa letterina vorrebbe essere una lettera di scuse per il mancato appuntamento dell’altra sera. Ci sono delle attenuanti, è vero. Il fatto grave, invece, è che a un incontro ci sono sempre una preparazione, un’attesa, i “teatrini” che uno si prepara, nei quali s’immagina cosa verrà detto, si studiano gli argomenti da toccare, le cautele che l’educazione sa imporre. Tutto questo mi è saltato, invece. Il fatto è grave, ma non per te, che ne sei stato vittima, ma per me, che sono il carnefice di me stesso. Le incombenze che mi cerco, per sfuggire al sano ozio che dovrei ricercare, diventano impegni importantissimi molto necessari. Imparo giorno per giorno che quello che faccio giornalmente potrebbe benissimo essere rimandato e che quello che faccio, se non lo faccio io, non lo farebbe nessun altro e non sarebbe assolutamente necessario: il mondo andrebbe molto male lo stesso. Talvolta mi giustifico pensando che qualcun altro, a me vicino, si avvantaggia del mio lavoro. Potrebbe essere in parte vero. Ogni nostra scelta ci mette di fronte a sliding doors che condizionano il futuro. La Necessità, Ananke, unica dea che non chiede sacrifici, ci governa e ogni scelta libera vi è condizionata. Questa riflessione, a mio parere, segue il nostro mancato incontro. Tu, nel frattempo, hai fatto altre esperienze anche senza di me. Io, ora, sento come necessario cercare di esprimere il mio rammarico per aver perso un momento che per me e, forse, anche per te, sarebbe stato ricco e piacevole. Non me ne volere per questo. Sono sicuro che tu abbia già capito tutto quello che sento, perciò non mi dilungo. Al nostro incontro ti avrei mostrato le mie ultime pubblicazioni e ti avrei donato una copia della nuova edizione di Il Filatelista ovvero il cielo sopra via Torino, una vecchia raccolta di racconti che ho ripubblicato e che forse tu avrai già letto come e-book. Oppure, se tu lo preferissi, il mio unico romanzetto: La Crociera dell’Ephemeris, vittima del mio solitario battage pubblicitario su Facebook. Ti avrei mostrato il libro fotografico Grazia e Meraviglia, piccola e piacevole opera che ho dedicato a mia moglie. Quanta fantasia! Per me è originalità, talvolta, pure una scelta banale. Banali sono pure le notizie sui malanni, cronici o acuti, che, seppure questi siano importantissimi per l’esistenza, non varrebbero la pena di essere descritte. Naturalmente, mi dispiace per i disturbi che stai passando. Mi piacerebbe sapere qualcosa sulle condizioni di tua mamma e se tu avessi bisogno di qualcosa a suo riguardo. Non hai che da chiedere. Le mie notizie sono che ho iniziato, prima della fine di giugno, una serie di lezioni d’italiano a stranieri di lingua spagnola e anglofili (bangladesi). Siamo un gruppo che a luglio s’è molto sfoltito per via delle vacanze. Sono piuttosto un supplente. Sopperiamo alle carenze di organico della scuola statale che dovrebbe assicurare questo insegnamento finalizzato all’integrazione (nella provincia di SP ci sono solo sei professori). Gli alunni che ho io ora frequentano assiduamente e, se non li vediamo, ci rallegriamo perché ciò significa che stanno lavorando. Perciò io do lezioni anche il sabato e la domenica mattina, sacrificando il mare di mia moglie che perciò vi rinuncia. Io venerdì scorso sono invece riuscito a tornarci perché mio zio, vogherese, mi ha pagato la sdraio al Lido e abbiamo fatto una lunga passeggiata a piedi nudi sul bagnasciuga. Dalla Necessità, siamo passati a parlare di questo. Necessari sarà forse stato il mio lunghissimo sciopero dal mare, giusto per farmi assaporare questa delicata sensazione di piacere di un lungo momento, che ha visto un’ottima conversazione con il mio caro zio ottantaduenne.
Mi dispiacerebbe molto restare il più vecchio ‘arnese’ della nostra famiglia. Del resto, non sono neppure sicuro che a me tocchi in sorte anche tra un momento, sgranocchiando una fetta biscottata, di non restare soffocato da qualche piccola briciola. Mi è già capitato qualche volta di provare questa brutta sensazione ma sfortuna vuole che dopo una ventina di minuti mi sia ripreso. Che cosa ho imparato da questo? Nulla d’importante che non sapessi già. A meno che non conti il pensiero che, per quanto si progredisca, si sia eterodiretti e si dipenda da infinite circostanze che condizionano la nostra sopravvivenza oppure la nostra fine. Mi accorgo che ho evitato la parola “morte” ma per pudore nei confronti di terzi. Io non la temo, ma mi auguro che la mia o quella dei miei cari ci colga evitandoci il dolore. Il dolore fisico o una lunga agonia mi spaventano un po’ e preferirei che ci fossero evitati. Non mi sono ancora deciso per il testamento biologico ma penso che dovrei considerarlo. Gli antichi eroismi di quelli che rifiutavano la morfina non sono più attuali. L’accanimento terapeutico forse non è proficuo per chi lo subisce, ma l’eutanasia si presta troppo, se abusata, a estremi economicamente utilitaristici di stampo nazista che ledono le speranze della vittima. Mi accorgo inoltre che ho usato per tre volte la parola vittima. Sarà casuale? Non credo. “Est modus in verbis”.
I.
Est modus in verbis, duo sunt contraria verba:
«Do das» et «teneo» contendunt lite superba.
Per «do das» largi conantur semper amari,
Sed «teneo tenui» miseri potiuntur avari.
II.
Sicut in omne quod est mensuram ponere prodest,
Sic sine mensura non stabit regia cura.
III.
Virtus est medium vitiorum utrimque reductum,
Et mala sunt vicina bonis; errore sub illo
Virtus pro vitio crimina sepe tulit.
Horatius, Epistolae. 1,18,9
Ovidius, Remedia 323/24
IV.
Dum stultus vitat vitia, in contraria currit;
Fallit enim vitium specie virtutis et umbra.
Horatius, Saturae. 1, 2, 24
Juvenalis 14, 109
TRAD: (I. Esiste un modo nelle parole, due sono le parole opposte: "Darò" e "terrò", che si contendono in una lite superba. Con "darò" cerchiamo sempre di essere amati con larghezza, ma, con "terrò", coloro che tengono strette le cose sono miseri avari.
II. Come in ogni cosa, è utile stabilire una misura, così, senza misura, non reggerà il regale governo.
III. La virtù è la via di mezzo tra i vizi da entrambi i lati e i mali sono vicini ai beni; sotto quelli: l'errore. La virtù spesso ha sopportato dei difetti al posto dei vizi. (Orazio, Lettere 1,18,9 Ovidio, Rimedi 323/24)
IV. Mentre lo stupido evita i vizi, corre verso i contrari; in quanto il vizio inganna con l'aspetto della virtù e l'ombra. (Orazio, Satire 1,2,24 Giovenale 14,109)
Più leggo di queste cose, più penso che già duemila anni fa era già stato scritto tutto e noi solo parafrasiamo. Un mio amico che non vuole divulgare i suoi bellissimi testi, si firma “AA.VV.” intendendo implicitamente che la sua opera non è di lui soltanto ma di moltissimi altri dai quali lui ha appreso e senza le cui opere, i loro detti, non esisterebbe neppure la sua, neppure il suo modo di pensare.
Spero che tu mi abbia scusato e che tu scusi pure questa prolusione che potrebbe essere giudicata banale ma che per me è stato utile e necessario scrivere. Mi raccomando di avvisarmi per il tuo ritorno a Spezia, in modo da dar luogo al nostro incontro mancato. Nel frattempo, lavorerò un po’ sull’ozio…
Un abbraccio,
Paolo
Paolo:
La mancanza di chi non c’è più si fa sentire ma gli amici e i nostri cari ogni tanto ci restituiscono l’abbraccio che vorremmo da loro.
QUEL VENTO CALDO
Gli affetti sono un vento caldo
che ti avvolge anche se
non c'è (più)
la presenza.
15 agosto 2023
Grazie per questa bella serata, non c'è stata la pioggia, “IL TEMPO CE LO FACCIAMO NOI!”.
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