Esser-C

 





Esser-C

 

(pensierini)

 

di

Paolo Luporini

 





Copyright © 2025 – Esser-C

- Paolo Luporini –

 

Tutti i diritti riservati

 

Foto o disegni di Paolo Luporini,

oppure immagini dal web

o create dall’AI

Il font principalmente usato è il Liberation Sans,

facilitato per i dislessici



DEDICA

 

Ai presenti.

A chi c’è.

A chi lo è sempre.




Exergo

 

COMMA 22

 

"Chi scrive pensierini ed è poeta

passi alla cassa per il lauro!"

"Chi è poeta non scrive pensierini!".

 

22 marzo 2925






RINGRAZIAMENTI

 

"EsserC" è il nome di un nastro magnetico che maneggiavo per lavoro quando ero operatore meccanografico in un centro di elaborazione dati e faceva parte di una serie di archivi nonno, padre e figlio delle partite in essere. Mi rimase impresso perché quel particolare nastro fu importante e il suo nome mi riecheggiava in mente ossessivamente, siché realizzai che la sua importanza era nella parola "ESSERCI", non nel suo contenuto di dati, la cui importanza era molto minore. L'esistenza è importante, anche quella di ogni piccolo essere, anche la tua, quanto la mia. 

Lo è per noi, ma anche per gli altri. Ho imparato che l'universo va avanti lo stesso anche se qualcuno di noi manca, ma la sua perdita si fa sentire. Anche se l'apporto di ciascuno sembra minimo, per qualcuno, fosse solo un amico, siamo necessari. Per quella persona, il proprio futuro senza di noi non sarà più lo stesso.

Si tratti di nonni o genitori, della compagna, del compagno, la perdita può essere dolorosa, ma si può superare, col tempo. 

Si deve. 

Anche se si tratta del proprio affetto più caro. Se si sopravvive, è perché abbiamo ancora un compito da svolgere, con il nostro EsserC.

 

Grazie,

ecco un’opportunità di darvi una pausa e farmi ricevere un refolo d’aria che potrebbe ripagarmi del mio coraggio o della mia sfrontata spudoratezza, quella mai tentata da nessuno, la Lode della Pausa.

Sii indulgente, rispettoso, ma sincero:   pluporini@libero.it

PL



Esser-C

 

«L'ultima fatica è Esser-C»

È pure la nostra fortuna.

Esserci è la fortuna

della nostra presenza.

Presenti voi,

presenti noi.

Girarci di lato,

trovarci affiancati,

partecipi di uno sguardo.

Dir di più è superfluo.

Tempo perso,

rubato al piacere

dell’Esserci.


23 marzo 2025



LE ROTTE INFINITE

 

Il mare

l'ho da sempre pensato

senza strade.

Ricco d'infinite possibilità.

Di sorprese.

Come scoprire isole e continenti.

 

Pensate la sorpresa

di Erik il Rosso

e dei suoi vichinghi

che a vela scoprono la terra verde.

 

Dopo un po'

i marinai

tracciarono rotte

per cercare il modo più breve

di raggiungere i porti.

Crearono le strade del mare.

Anche lì c'è traffico.

Crearono codici di navigazione,

regole di precedenza, tribunali.

 

Da un po' stesero cavi e condutture

reti strategiche per i militari

e l'economia.

Il diritto della proprietà privata si estese

persino sulla Grande Acqua,

e gli oceani

non son più di tutti.

 

Le torri di controllo degli aerei

impongono rotte

come posta pneumatica.

Cos'è diventato il pianeta?

Un gomitolo intrecciato

in mano a macchine

con un potere esagerato

su chi tira il fiato

e ne fa le spese

se non arriva a fine mese.

 

Tutto è complesso.

Come tubi del cesso.

Qui finisce la poetica del mare

ed è necessario navigare.

Navigare, navigare, navigare...

 

23 marzo 2025





I POETI ESTINTI

 

Un club di cui non vorrei mai far parte.

Loro mi hanno messo in lista per la nomina.

Fortuna che non ho una data libera!

 

23 marzo 2025





IMPORTANZA DELLE PAROLE

 

Noi, né sordi né muti,

pensiamo per parole.

Da quando le abbiamo apprese,

creiamo o ricreiamo il mondo,

con il pensiero che si fa parola

e la parola crea pensieri,

immagini, progetti,

intenzioni, programmi.

La parola crea passioni, amori,

intreccia famiglie,

ricchezza, sussistenza, aiuto,

sopravvivenza, salvamento,

gratitudine, riconoscimento,

dà merito, menzione,

si fa relazione.

Alla base di una civiltà

c’è l’ideazione, poi l’azione.

La Storia è fatta di fatti

e ci è raccontata,

la interpretiamo,

per ciò che udiamo, capiamo.

Da quella, scegliamo.

 

Se la parola si fa confusa, innocua, inutile,

ogni ragionamento deraglia, futile,

ed ogni azione, scomposta, fragile,

indifesa, labile.

Saremo soli, in un silenzio assordante di versi,

strepiti, lamenti, di sconvolti sentimenti.

 

24 marzo 2025







NON GIRARTI!

 

Chi guarda indietro

resta di sale

ed è un illuso

se spera, nel ricordare,

trovare

una gioia del presente.

 

Ma com'erano buoni quei fichi rubati!

 

24 marzo 2025







ASCOLTA!

 

Sono ridotto al punto.

 

Al punto.

Al punto di parlare agli angeli.

Credo che ascoltino.

Ascoltano tutto.

Non è possibile

che siamo circondati

di estrema solitudine.

 

Se fossimo soli

sarebbe disarmante...

disperante.

 

Sarei disperato

a sapermi abbandonato.

Gli angeli ascoltano.

Leggono i bit vaganti sulla rete.

Sanno persino di cosa senti sete.

Loro ti propongono

di bere l'acqua Lete.

 

24 marzo 2025







TUTTO SBARLUCCICA!

 

Un cittadino che ne sa

delle stelle viste in montagna

in una notte all'addiaccio?

 

Anche a un barbone

la luna sembra un lampione!

 

Le luminarie di Natale

fanno a gara

con i mille riflessi in mare

di una lampara.

 

Con questo voglio dire

che in natura

tutto fa sbalordire.

 

24 marzo 2025







IL TITOLISTA HA PRESO UNA SVISTA!

 

Non è al circolo Fantoni, Giovanni Tabacchiera,

stasera.

 

Gian Luigi Ago

gli darà spago,

in un "INTERVALLO"

al circolo anziani, nella sala da ballo.

 

È al 7 di via Corridoni,

non al Fantoni!

 

https://www.lanazione.it/la-spezia/cronaca/performance-di-letture-e-musica-0c093ec5

 

25 marzo 2025








LA PACE, TRA DUE GUERRE

 

Quante poesie ho letto e ascoltato

contro la guerra e per la pace!

Quasi altrettante i poeti ne hanno scritte

per la causa contraria.

"Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,

le cortesie, l’audaci imprese io canto,

che furo al tempo che passaro i Mori

d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto".

Son tante altrettanto.

E pure di recente

c'è certa gente

cui dell'altra gente

uccisa non gl'importa niente!

Valga per tutte quella di Trilussa

che della guerra e della pace 

la dice bene e tutta…

Inni e marce patriottiche

li scrissero esonerati e riformati

sopravvissuti al cannone

seppellendo le vittime di lor canzone.

Senza emozione

scrissero epitaffi solenni

per eroi di memorie perenni,

ma alzando la sbarra di confine

scordarono della Storia il fine.

 

Medaglie, denaro e baci di regine.

 

25 marzo 2025






TRASGRESSIVO

 

Per la prima volta nella mia vita

ho pensato

che non sarò mai così giovane

come adesso (26.02.2025).

Strano!

Non ci ho mai pensato!

Mi concedo una trasgressione.

Innocente diversione.

Un cubetto di Toblerone.

 

26 marzo 2025




G.A.U.

 

Incrocio uno, un conoscente,

che mi ferma e capisce che lo so ascoltare,

mi dice:

"Ieri sono stato al mare.

Tutta quell'acqua.

So che siam fatti per il 60 %

d'acqua anche noi e...

penso che io sono quell'acqua,

immenso oceano mare,

e minuscola goccia,

ma sono in grado di pensare".

Non lo giudico, non penso che sia ingenuo,

arrivandoci a settant'anni,

ma mi calo nei suoi panni,

nella sua scoperta meravigliosa.

"È stupendo!", gli dico,

"SIAMO ogni cosa che mangiamo

e abbiamo dentro anche tanti minerali

che hanno un'importanza

e catalizzano le nostre reazioni,

le chimiche emozioni, e il sentimento

che provi di stupore

ti deve far contento,

sapendo che gli atomi di cui sei fatto

sono eterni come l'universo

dall'inizio del Big-Bang e nulla va disperso.

L'energia e la materia si tramutano

l'una nell'altra

e questa

è la soluzione scaltra

di un demiurgo ignoto

che ricrea noi stessi in ogni tempo

a lui noto."

Stordito, se ne va

e quello che lui sa

è solo

la sua metà.

 

Ciò che gli ho detto io

richiama l'arché,

il Dio.

 

28 marzo 2025



[!]


[!] San Michele Arcangelo GUIDO RENI (Bologna 1575 - 1642).

SAN MICHELE

 

Dovresti difenderci dai cattivi,

ma come lo stai facendo?

Ti prendi un rapporto di 15 innocenti

per un cattivo.

È il tuo prezzo giusto.

Una costosa decimazione

per il bene,

per colpire un armato,

uccidi 15 disarmati,

tanti bambini, donne, anziani,

uomini laboriosi,

che affami, riduci alla sete,

a cui togli l'energia, li lasci al freddo 

e al buio,

senza cure né aiuti;

    spari ai medici, alla stampa, 

alla Croce Rossa.

In una fossa comune

(50.000 morti)

finisce la speranza,

San Michele,

    se al Male lasci una vacanza.

 

28 marzo 2025




NON BIS, SEMEL!

 

Non vivrai mai la stessa giornata due volte.

Mai avrai

un’altra opportunità

di fare oggi

ciò che non potrai - mai - più fare domani.

Ogni lasciata è persa!

Ogni giornata è diversa

e siccome è un gioco,

mai avrai in mano le stesse carte.

Giocale al meglio

e, comunque vada, avrai il successo:

l’opportunità

del godimento di uno stomaco pieno,

di un sonno sereno,

incontri speciali tra due guanciali…

e un giorno in meno.

 

28 marzo 2025





HÄNSEL e GRETEL

 

Sperduti senza più sentieri

nel fitto del bosco, tenendoci per mano,

rincuorandoci, rinfocolando la speranza,

si apre la macchia e s’intravvede una LUCE.

 

È una finestra accesa.

Di corsa, bussiamo.

Filèmone e Bàuci sorridono alla porta

e c’invitano ad entrare.

 

Una zuppa calda e il fuoco acceso,

ci raccontano la fiaba

di Zeus ed Hermes.

 

28 marzo 2025




ORA LEGALE


Non vi pare illegale

rubarci un'ora di sonno?


29 marzo 2025




["]


["] Parsifal in cerca del Santo Graal, Ferdinand Leeke, 1912.


L’ANIMA NELLE MANI

Quando si dice di avere qualcosa

nelle proprie mani

si vuol dire che la si possiede.

Invece, la nostra anima

è un’astrazione che registra

ciò che pensiamo, sentiamo, facciamo.

La paragono al respiro involontario,

che è un dono che ci segue o precede

nella vita e se manca lui, questa è finita.

Viceversa, se manca il cuore,

anche l’anima muore,

anche in una persona ben viva.

Morta del tutto.

Morta di brutto.

Tradendo la coscienza,

del suo respiro ha da far senza

e sopravvive, in apnea,

mors sua, mors mea.

La gente non ci bada,

ma perdere l’anima è un momento

che dovrebbe far spavento.

Ritrovarla, è una lunga ricerca

di un sé bambino tra mille e cento.

Non è impossibile, infatti,

però è un lavoro da matti.

Perdersi e ritrovarsi

è come incontrarsi

con un amico disperso

da cinquant’anni travolti da uguali affanni.

Vien facile parlarsi e dirsi tutto

come parlare a sé stessi

felici di trovarsi,

non più persi.

Conservarla (l’anima) può sembrare noioso

contrastando il diavoletto mai a riposo,

ma è un esercizio sereno che dà gioia:

è raro che sfugga la gioia.

Si tratta, infatti,

d’essere coerenti sempre,

non solamente a tratti.

Tenere la barra dritta dell’ideale,

fare di tutti il bene, difenderli dal male.

Prova tu, se sei capace,

a non mettere Mi Piace.

30 marzo 2025






L’AMORE DIFFERENTE

 

Alla mia età

capisco definitivamente

che l’amore si veste

di un abito differente

e indossa gonne plissettate

che ondeggiano al vento,

immaginate.

Oppure indossano sorrisi

sui loro visi

segnati dall’età

e non fa differenza se di amiche o amici,

l’amore è lo stesso.

È un amore filadelfo

per uomini o donne

in pantaloni o gonne.

C’è compassione, simpatia,

misericordia, gioia ed allegria,

in queste dosi crescenti

come dei miei farmaci gli ingredienti.

Come Walt Whitman

mi viene da esultare

in modo ingenuo ed infantile,

come di un vecchio molto senile,

tautologia primaverile.

Un ottimismo sragionato,

per un presente tanto spietato!

 

2 aprile 2025




L'ACQUA CHE CANTA

 

Ricordo zampilli

di una fontana montana,

una sorgente cantante

una canzone irriverente

che diceva: "Sorgo dalla montagna,

sono acqua fresca che non bagna

ma sazia dissetando

e lo faccio cantando."

Gorgogliando cantava

e di schizzi bagnava.

Mi avvicinai, tentato,

ma quando fui vicino,

mi accorsi, spaventato,

di un brutto rospo acquattato. 

Viscido, muschioso,

mimetizzato,

stava nascosto nel fresco zampillo.

Saltai lontano come un grillo,

scivolai sopra un sasso,

caddi da basso

contaminato dal fango e dai muschi verdastri

e caddi in una buia notte

senza luna né astri.

Un mio fianco vide le stelle

al campo scout provvidero due stampelle

e per due giorni ai giochi del campo

...non partecipai.

 

La lotta greco-romana

- fortuna! - me la scampai.

 

3 aprile 2025






A BEATRICE ZERBINI

 

“Siamo noi – bella ciao - che partiamo”…

Sei tanto speciale

e sorprendi,

simile a noi che non ci esprimiamo abbastanza

e dici le cose che noi sentiamo

ma non diciamo.

 

Ne diciamo altre,

più confessabili, duttili, malleabili,

q.b. nella ricetta strausata

del nostro ragù sempre diverso,

sempre uguale

di un nostro pensiero particolare

che, nel mucchio,

è ugualmente banale.

Tu, sei speciale!

 

4 aprile 2025





SECCATA LA VENA

 

Quando, come in questo momento,

sento seccata la vena ispirativa

della poesia, e sento il vuoto

nella mente, non ho penna,

né inchiostro, né matita

né gesso, non ho più sangue

nella vena della poesia,

quel vuoto prende una forma

e si disegnano parole

che si sciorinano al sole

come i panni stesi

di una lavandaia

che non lava da mesi.

 

È come l'andare in bicicletta,

una volta imparato,

baciare una rimetta.

 

6 aprile 2025



GENOVA, IL MIO SOGNO LONTANO

 

Oggi è una data memorabile, per molti versi, bella e triste insieme, individuale e collettiva, ma che a quest’ora della mattina è oscurata dal ricordo di un sogno molto lungo che inizia in un ampio salone con la volta disegnata in stile iperrealistico che dà l’impressione di essere all’aperto. È un open-space nel quale, molto distanti, ci sono postazioni di produzioni artistiche soprattutto di pittori, ma ci sono un paio di scultori che modellano un materiale di colore nero che quando è malleabile è opaco e, una volta lasciato a se stesso, inerte e immobile, diventa lucido e brillante. Ieri un pittore, nella realtà di un incontro domenicale al circolo velico Erix di Lerici, ha detto una cosa forse molto vera, o perlomeno io concordo a crederla, che ciascuno di noi - ma anche le cose - contiene una luce oppure non sa emetterla. Persino il Sole, se non ce l’avesse, sarebbe una stella estinta. È una energia spirituale, quella luce interiore, ed è quella che lui ricerca nelle sue opere, che ne contengono molta, e spesso rappresentano proprio soli spirituali oppure paesaggi, fiori, campi biondi di frumento, che ne sono illuminati (o che la contengono). Secondo lui quei fiori, quelle spighe, sono in relazione con l’energia del Sole ma loro stessi ne contengono molta che emettono da sé stessi e se non ne possedessero sarebbero invisibili.

 


Alcuni quadri ancora da finire avevano questa impostazione concettuale. Magnifiche tele anche superiori alle più belle di Vincent Van Gogh. Ammirate questa, per esempio.

 


Oppure questa di fiori…

 


 

Quest’altra ha delle piante da frutto, che di energia di luce che nutre ne contengono molta.

 


 

In quell’open-space luminoso c’era persino chi faceva colazione e chi la preparava la serviva ai bambini e a noi, che ci preparavamo alle attività esterne del giorno. Alcuni artisti avevano lavorato di notte, in quell’ambiente costantemente luminoso che evidentemente si alimentava di giorno, quando all’esterno c’era il Sole, per dare energia all’interno. Chi faceva colazione lo faceva senza fretta e chi serviva era cortese e felice di farlo. Era una Comune di artisti come forse poteva esserlo una Bauhaus internazionale di sede europea ma ignota. Un luogo apolide. Tutti fratelli. Io e Joanni avevamo con noi Enzino, un adulto bambino che accompagnavamo in ogni nostro spostamento e lui ci anticipava nei nostri percorsi, docile, mentre noi lo indirizzavamo dicendogli di svoltare a destra o a sinistra o di restare a breve contatto con noi, come si fa con un figlio. Prima di uscire da una porta mimetizzata con l’intonaco delle pareti, ma della quale noi conoscevamo esattamente la posizione, passavamo davanti a una postazione artistica proprio mentre l’artista la stava abbandonando. Era un grande schermo, un gigantesco monitor a LCD, di cui potevamo ammirare la composizione in via di perfezionamento, una sorta di immagine cubista con personaggi rivestiti di molti colori, come arlecchini che collaboravano a una costruzione, forse un carro carnevalesco in movimento, e si capiva che quella poteva essere un’immagine da cui partisse il movimento di un’azione corale di un video in fase di completamento. Per non mantenerlo visibile del tutto, l’artista ne disegnava una mascheratura virtuale temporanea color blu di Prussia che aveva la forma di larghissime pennellate di una grande pennellessa che copriva il centro dell’immagine ora statica, in diagonale.

Raggiunta la porta completamente bianca, io guardai la volta del soffitto e vidi le solite nuvole iperrealiste di vapor d’acqua da un’angolatura laterale, ammirando la perfezione degli sbuffi del lato di una delle nuvolette bianche. Confermai così la percezione che fossero state realizzate a rilievo, per dar loro un effetto stereoscopico. Una leggera pressione sul margine opposto alla cerniera della porta la fece aprire dolcemente lasciando entrare il fresco dell’esterno, in cui ci trovammo nel buio che precede l’alba. Era inverno, ma non faceva freddo, c’era l’aria calma e fresca del mattino e le luci delle strade e della città che si stava svegliando mi fecero capire che eravamo a Genova. La riconobbi perché eravamo in quel punto di Brignole in cui la strada che porta a via Assarotti si dirige invece alla Galleria Nino Bixio, cioè si era in Piazza Corvetto. Guarda caso, è l’ultimo posto che ho visto di Genova prima di risalire sul pulmino che ci riportava a Spezia dopo aver visto il musical “Priscilla la regina del deserto” al Politeama Genovese.

Al traffico auto occorreva prestare attenzione, ed Enzino mantenne un contatto più stretto con noi, tanto che lo presi per mano. Piegammo per via Roma, per raggiungere la Galleria Giuseppe Mazzini, per poi inoltrarci in Salita San Matteo, che da lì è in discesa, per lasciarci perdere nel centro di Genova, come nel ventre della balena, noi Giona senza profezie da promettere ai genovesi, per metterli in guardia dai pericoli futuri dovuti a un loro comportamento potenzialmente sbagliato. Le persone ci affiancavano e superavano senza considerarci, diretti, nelle prime luci dell’alba, mentre i lampioni si spegnevano tutti insieme, alle loro occupazioni. Vedevamo tirar su saracinesche meccaniche con il solo gesto della chiave e vecchie botteghe che usavano ancora quella barra d’acciaio con un gancio che sarebbe servita poi alla sera per chiudere bottega ed andarsene a casa. Nel dedalo di vie e carruggi del centro, si stagliò su un lato la porta di una chiesa in cui non ero mai entrato e non mi lasciai sfuggire l’occasione abituale di cedere alla curiosità di vederne l’interno al prezzo di una preghiera ad un altare o a un’icona sacra. Così facemmo, entrando e segnandoci dalla fronte al petto e alle spalle, nel segno della croce che i nostri genitori ci avevano insegnato. Un gesto automatico, ma non frettoloso come quello di un calciatore che entra in campo toccandone prima l’erba, propiziandosi di evitarsi gl’infortuni e magari la vittoria sugli avversari che, di contro, si augurano la stessa identica cosa. “Dio con noi”, verrebbe da dirsi, e sarebbe un vero miracolo se accontentasse tutti in egual modo. Sarebbe un eterno pareggio e il tifoso non frequenterebbe gli stadi. Così capita a noi, sia che preghiamo sia che non lo facciamo, e il nostro destino prende svolte impreviste e non sperate mentre poi ci porta a mete altrettanto positive come quelle sognate, attraverso ostacoli o spiacevoli disgrazie, che invece regalano frutti migliori in futuro, per sapienza e felicità, se la sapienza ci fa capire che da un male nasce un bene e che l’ottimismo e la positività vanno di pari passo con il pessimismo realistico della ragione e la volontà è lo strumento per avanzare e per trovare quegli obiettivi che salvano e ci lascian vivi.

All’uscita di quella chiesa incontriamo – li riconosco subito – Pierce Brosnan e Hugh Grant, che saluto in inglese, chiedendo scusa se faccio loro perder tempo, in quell’ora, mentre loro, magari, han altro da fare. Faccio loro i complimenti per i film di cui ricordo la loro interpretazione ma mi guardo bene dal chiedergli la banalità di un autografo o di un selfie. Scatta da parte loro una sincera simpatia, e non essendo accompagnati da una guida, si accodano a noi, sperando che noi si sappia dove andare. Invece noi eravamo del tutto dispersi, ma a Genova non ci si perde mai, mi dicevo, prima o dopo si trova il mare o una via principale conosciuta, per tornare poi a casa, dalla stazione. È così per noi spezzini, che ci veniamo per un giorno, e per me che ci vivevo tutte le settimane quando ero universitario era ancora più difficile girarvi, perché i tempi erano stretti per le mie faccende e gli studi, tutto era frenetico e molto spesso del tutto nuovo.

Mi fermo in un’altra chiesa, entriamo da una porta laterale che ci fa arrivare a una navata che aveva di lato un corridoio in pietra che si restringeva come in una catacomba e poi si apriva in una sala sul cui sfondo si preparava, come in una sagrestia, l’ingresso nella chiesa del celebrante preceduto da un crucifero in paramenti da diacono. Davanti a loro compaiono due cavalieri in armatura, a difesa della croce e di quella processione rituale. S’ingaggiano in un duello col Male, impersonato da un cavaliere nero gigantesco di corporatura che combatte con la spada e con un mazzafrusto i cui colpi sono schivati dai due templari. Quel duello spaventa i due attori, che l’immaginano reale, loro adusi all’azione, che nel cinema è a lungo studiata e preparata, mentre quella a loro appare assolutamente vera e pericolosa, letale. L’impressione che ne ho io, invece, è che sia un sogno, e che tutto andrà bene, invece, da sveglio.

Invece… devo rimandare tutto quanto, e scrivere, è essenziale.

 

7 aprile 2025




_______


L'AQUILONE SE NE VA LIBERO

 

Mia moglie Joanni

oggi, parlando di un'amica

che si è presa la libertà di andarsene

dal paese, completamente all'avventura,

ha detto: "La chichiguita

se va en banda!".

Ho chiesto spiegazioni su "chichiguita",

una parola che non avevo mai sentito,

è che non è spagnola.

Forse è un termine solo dominicano 

o del dialetto macorisano.

Fatto sta che sapeva dirmi "è l'aquilone".

Ci ho trovato un'onomatopèa

con il verso di un uccellino gentile:

"Cì cì guì!".

Che immagine tenera.

L'uccellino fa ciò che noi 

non abbiamo il coraggio

di fare - se va en banda! .

 

8 aprile 2025




























Bìos

 

Bìos significa vita, in greco, indica le condizioni, i modi in cui si svolge la nostra vita. Zoé è dunque la vita che è in noi e per mezzo della quale viviamo (qua vivimus), bìos allude al modo in cui viviamo (quam vivimus), cioè le modalità che caratterizzano ad esempio la vita contemplativa, la vita politica ecc., per le quali la lingua greca usa appunto il termine bìos accompagnato da un aggettivo qualificante. Perciò questa collana comprende molti soggetti di genere diverso che, tutti, la riguardano.

Sherlock Holmes e le lucertole mongole che detestano i formaggi piccanti   PAOLO LUPORINI

Il filatelista ovvero Il cielo sopra via Torino PAOLO LUPORINI

M'assale un Gubbio: Una noce sul vaso PAOLO LUPORINI

A PROPOSITO   PAOLO LUPORINI

La Crociera dell'Ephemeris   PAOLO LUPORINI

Grazia e Meraviglia   PAOLO LUPORINI

éidos e sguardo   PAOLO LUPORINI

Il compattamento-La colonia   PAOLO LUPORINI

La Pietà di Soviore   PAOLO LUPORINI

377, 5th Ave   PAOLO LUPORINI

Klingon Musik   PAOLO LUPORINI

La confidenza di Aurora   PAOLO LUPORINI

Su giù   PAOLO LUPORINI

Nasturzio   PAOLO LUPORINI

SOTTO/SOPRA   PAOLO LUPORINI

SINISTRADESTRA   PAOLO LUPORINI

SPLIT   PAOLO LUPORINI

NORD-OVEST   PAOLO LUPORINI

IN VETTA   PAOLO LUPORINI

GLI SCOUT, racconti ASCI, AGI, AGESCI e MASCI   PAOLO LUPORINI

CORSO CAVOUR 372   PAOLO LUPORINI

LA PIGRA BABY-SITTER   PAOLO LUPORINI

IL LIBRINO DI RONNY STELLA   PAOLO LUPORINI

UN RACCONTO DI NATALE   PAOLO LUPORINI

COME I GAMBERI   PAOLO LUPORINI

 

LIBERTY BELL   PAOLO LUPORINI

 

MESCIÜA   PAOLO LUPORINI

 

SEAWOLF   PAOLO LUPORINI

 

NON C’È CUORE SENZA SPINE   PAOLO LUPORINI

 

LA GORA DEL GRANDE FETORE   PAOLO LUPORINI

 

Qo 1, 1-18   PAOLO LUPORINI

 

LA BARA NON È LA MOGLIE DEL BARO   PAOLO LUPORINI

 

LA MOGLIE DI BABBO NATALE: LA SIGNORA CLAUS   PAOLO LUPORINI




Poesie

VUOTO   PAOLO LUPORINI

NOVUM CARMĔN   PAOLO LUPORINI

FIORI DI SETTEMBRE   PAOLO LUPORINI

SUDOKU… ma Godot!   PAOLO LUPORINI

PIANTO IL RISO   PAOLO LUPORINI

UN ABBRACCIO   PAOLO LUPORINI

CANI E LUPI   PAOLO LUPORINI

IL SOSPIRO    PAOLO LUPORINI

LA BELLEZZA DELLA SERA   PAOLO LUPORINI

PESTE 2020   PAOLO LUPORINI

SOPRA LA PANCA   PAOLO LUPORINI

KILO   PAOLO LUPORINI

STRAMBATA   PAOLO LUPORINI

NON SAPREI   PAOLO LUPORINI

QUINDICI + QUINDICI   PAOLO LUPORINI

VITA SEGRETA   PAOLO LUPORINI

IL TORSOLO   PAOLO LUPORINI

LA SOMBRA   PAOLO LUPORINI

L’ALBA, IL GIORNO DOPO   PAOLO LUPORINI

RIPASSI   PAOLO LUPORINI

GARIBALDI   PAOLO LUPORINI

RIFUGI   PAOLO LUPORINI

TORNA!   PAOLO LUPORINI

IL DRAGO MANGIACOLORI   PAOLO LUPORINI

NUVOLE DI DRAGO   PAOLO LUPORINI

LA CALMA AI CALMI   PAOLO LUPORINI

TRENTA DENARI   PAOLO LUPORINI

DE RERUM NATURA   PAOLO LUPORINI

BONITO NAPOLONI   PAOLO LUPORINI

TERZA STELLA   PAOLO LUPORINI

OLEANNA   PAOLO LUPORINI

SUPERLUNA BLU   PAOLO LUPORINI

LA FORBICE   PAOLO LUPORINI

MEGLIO TARDI CHE MAI   PAOLO LUPORINI

INNO   PAOLO LUPORINI

ADORO LE PAUSE   PAOLO LUPORINI

IL BIVIO MOLTEPLICE   PAOLO LUPORINI

LETTERINA DI NATALE DI UN ADULTO   PAOLO LUPORINI

IL RITRATTO DI DORIAN   PAOLO LUPORINI

I 40 LIBRONI   PAOLO LUPORINI

ESSER-C   PAOLO LUPORINI

«L'ultima fatica è Esser-C» È pure la nostra fortuna. Esserci è la fortuna della nostra presenza. Presenti voi, presenti noi. Girarci di lato, trovarci affiancati, partecipi di uno sguardo. Dir di più è superfluo. Tempo perso, rubato al piacere dell’Esserci.



Collaborazioni

No me faltes tu   Francisco Humberto Gonzalez Reyes cartaceo e Kindle

La Fragranza del Clive Christian   MIRKO FERRARINI

…di altre Fragranze   MIRKO FERRARINI

La scia del suo profumo   MIRKO FERRARINI

Gnocco pesto   ELIO DOLCELLI, PAOLO LUPORINI

Cari coetanei   ELIO DOLCELLI, PAOLO LUPORINI

QUANDO   ELIO DOLCELLI, PAOLO LUPORINI

Umanità immagini e parole   Autori Vari

I RAGAZZI DELLE ACACIE   ENRICO CASTAGNA

TEMPI DEI CUORI CHE S’INFIAMMANO Vol. 1  

AA. VV.

TEMPI DEI CUORI CHE S’INFIAMMANO Vol. 2  

AA. VV.

TEMPO AL TEMPO   ENRICO CASTAGNA

AL VENTO   SILVIA CORRADI

LA GIOSTRA DEI SOGNI   SILVIA CORRADI




 Pubblicato nell’aprile 2025




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