TRANSEUNTE
TRANSEUNTE
(pensierini)
di
Paolo Luporini
- Paolo Luporini –
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oppure immagini dal web
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Il font principalmente usato è il Liberation Sans,
facilitato per i dislessici
DEDICA
A chi è reso consapevole
di essere di passaggio.
A chi lo è stato da sempre.
A chi ci è arrivato tardi.
A chi è passato.
A chi sta per terminare.
A chi ha uno zaino leggero.
Anche a chi ha paura,
ma non dovrebbe.
Per chi si crede immortale
c'è rimasto poco da dedicare.
Transeunte
agg. [dal lat. transiens -euntis, part. pres. di transire «passare»]. – Latinismo usato nel linguaggio filosofico per indicare ciò che essendo soggetto al divenire è destinato a finire (in opposizione all’eterno e all’assoluto). Con valore più generico, in usi letter. o elevati, che passa, che ha una durata limitata nel tempo: beni t., un benessere transeunte.
RINGRAZIAMENTI
"L'esistenza è importante, anche quella di ogni piccolo essere, anche la tua, quanto la mia."
Lo è per noi, ma anche per gli altri. Ho imparato che l'universo va avanti lo stesso anche se qualcuno di noi manca, ma la sua perdita si fa sentire. Anche se l'apporto di ciascuno sembra minimo, per qualcuno, fosse solo un amico, siamo necessari. Per quella persona, il proprio futuro senza di noi non sarà più lo stesso.
Si tratti di nonni o genitori, della compagna, del compagno, la perdita può essere dolorosa, ma si può superare, col tempo.
Si deve.
Anche se si tratta del proprio affetto più caro. Se si sopravvive, è perché abbiamo ancora un compito da svolgere, durante il nostro transitare. Siamo 'transeunti'. Averne contezza può aiutare. A non lasciare debiti, a concludere i progetti. Ringraziare. Salutare. Dire addio in modo tranquillo, come può fare chi è a posto con la coscienza. So' soddisfazioni!
Grazie,
ecco un’opportunità di darvi una pausa e farmi ricevere un refolo d’aria che potrebbe ripagarmi del mio coraggio o della mia sfrontata spudoratezza, quella mai tentata da nessuno, la Lode della Pausa.
Sii indulgente, rispettoso, ma sincero: pluporini@libero.it
PL
SUPERATA È LA NOTTE
Mi successe una volta
che superai una notte.
Fu come una morte.
Al mattino ero risorto.
Dissi tra me: "Non sei mica ancora morto!"
Me lo dissi e lo ripeto ogni mattina
alla luce artificiale di cucina:
"Anche se non c'è il sole,
questa è una giornata
in cui Dio mi vuole!"
Cerco il nuovo modo d'impiegarlo,
per questo nuovo giorno ripagarlo.
15 aprile 2025
DROMEDARI E DESERTI
Nei miei pensierini
ho parlato spesso del deserto
e ora che vedo uno spot pubblicitario
di un'auto in un tipo di deserto,
voglio dire che il deserto
non è fatto per le auto.
Non tutti i deserti sono percorribili.
Il deserto che intendo io,
il deserto di sabbia,
quello del minuscolo granello,
che è simbolo della goccia e dell'oceano,
è fatto per 'la nave del deserto',
il cammello o il dromedario.
Ho esperienza di dromedari.
Non come cammelliere,
ma come passeggero.
Il dromedario, il mio peso lo sopportava,
però non sprofondava.
Lo zoccolo del cammello è così conformato
che nella sabbia non cade affogato.
Come una zattera vi galleggia.
Come di nafta il dromedario scoreggia.
L'epifonema
abbellisce la scena.
16 aprile 2025
INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO
Non si sente più parlare degli alieni.
Un tèmpo, nel secolo scorso,
c'erano avvistamenti di UFO,
oggetti volanti non identificati,
mentre oggi si vedono solo palloni aereostatoci cinesi, droni iraniani
sul cielo di Ucraina p israeliani
sulla striscia di Gaza.
Gli alieni cercano segni d'intelligenza
sui pianeti che incontrano.
Ora evitano la Terra, che ne è priva.
17 aprile 2025
DIVENTO UN FIUME
Mi accorgo, rivedendo quel bambino,
dopo mesi che lo vedo,
e sono quasi tredici
- ne aveva cinque -
che prima era acqua filtrata dalle rocce,
dormiva placida nelle falde sotterranee,
poi si è svegliato sorgente
cantante, gorgogliante.
È diventato un ruscello, mai fermo,
gioioso nel gioco, e come con la palla,
resta sempre a galla
come una barchetta
che di scendere ha molta fretta.
Tra un anno sarà torrente,
poi giovane fiume,
e, da adulto, forte e impetuoso.
Poi, come me, navigabile e placido,
come il famoso Don,
che vide tutte le battaglie
e se le fece scorrere addosso
come nel disgelo.
Avvicinandosi al mare rallenta,
non ha più fretta,
non ha più forza.
Resiste, spera,
d'essere ancora fiume,
d'essere ancora se stesso.
Vuole, non può,
e all'incontro col mare
ristà, torna indietro con l'onda,
si mischia, salino,
come fa l'acqua col vino
del calice santo.
Cos'è ora è un mistero,
ed è tanto.
Per poco, più fiume non è.
È mare, oceano, lo vede da sè.
Se... ne conserva memoria
- sarà così per me -
è che in ogni sua molecola,
di quella vecchia salata miscela,
s'annida il miracolo
del suo passaggio nell'atmosfera.
Il richiamo del cielo
è il destino
al quale anelo.
18 aprile 2025
VENERDÌ SANTO
Certe volte mi faccio l'idea
che sono il servo di tutti,
aiuto tutti
e non c'è altrettanta reciprocità.
Forse l'avete avuta anche voi.
Mi sono reso conto
che è un'idea sbagliata.
Abbiamo ricevuto sino alla nostra
matura giovinezza
tanti di quei doni
che non basta una vita di lavoro
per ripagarli.
Molti, tanti, quegli anni utili,
sono perfino riusciti a sprecarli.
Tanti parassiti sono impiegati
negli stipendifici apposta per loro creati
perché abbiano l'illusione dell'utilità
mentre la loro è boria di futilità.
Tanti Signori riposano sugli allori
degli imperi creati da rapaci genitori
e questo vale in alto quanto in basso,
nessuno è salvo in questo passo.
Pensate alla donna delle pulizie,
all'operaio dell'azienda elettrica,
al driver, al corriere,
al macchinista dei treni,
all'OSS che pulisce il sedere,
a come sono ripagati,
agli ultimi posti sociali relegati.
Una maestra che a vostro figlio insegna l'alfabeto, com'è giudicata, in segreto,
da un commerciante che le vende
matite rossoblu
e che le ride dietro, per di più?
È una società creata ingiusta
che pone in alto la persona sbagliata
e al posto sbagliato mette una giusta.
Forse perché un lavavetri fa meglio il suo lavoro
di un politico coniglio
che si presenta come un toro.
Non ce l'ho con nessuno,
ce l'ho con me stesso
per quelle volte che mi credo un fesso
e sbaglio sempre come faccio adesso.
18 aprile 2025
ODIO L'ASSENZA DI UN DIO CHE È MORTO
Questa realtà che ci illude o spaventa
della nostra sofferenza non è mai contenta
e peggiore diventa
quando alla potente speranza dei bambini attenta,
li ferisce, uccide, violenta e annienta.
20 aprile 2025
Pasqua di mattanza degli agnelli
SE SIAMO VIOLINI…
Se siamo violini…
com’è che ci sono mattine
in cui veniamo lasciati sul letto
da un allievo svogliato
che se ne va a spasso
dimentico della musica celeste
e di una maglia nera si riveste
in troppe faccende occupato
e Paganini non ripete, scordato?
Noi violini stiam qui,
la Domenica di Pasqua e il Lunedì,
di speranza svestiti,
come violini intristiti.
Sino a un martedì
In cui risaremo ancora lì
- – suonati –
come archi dimenticati,
ripresi, risuonati,
di vibrazioni oneste,
espressioni leste,
veloci scale
di un violinista che suona male.
Ora sento le campane.
Loro sì,
di suono speciale!
Intonano la Pasqua di Gesù
che promise il suo ritorno,
che dispera tornar giù.
20 aprile 2025
BENEDICITE!
Ogni creatura lodi il Signore.
Benedicite, voi tutti suoi servi!
Opere tutte del Signore, angeli del Signore, cieli, acque tutte, che siete sopra i cieli, potenze tutte del Signore, sole e luna, stelle del cielo, piogge e rugiade,
o venti tutti, fuoco e calore, freddo e caldo, rugiada e brina, gelo e freddo,
ghiacci e nevi, il Signore, benedicite.
Notti e giorni, luce e tenebre, folgori e nubi, il Signore, benedicite.
Benedica la terra il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
Monti e colline, creature tutte
che germinate sulla terra, sorgenti,
mari e fiumi, mostri marini
e quanto si muove nell’acqua,
uccelli tutti dell’aria, animali tutti,
selvaggi e domestici,
benedicite il Signore.
Benedicite, figli dell’uomo, il Signore.
Benedica Israele il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
Sacerdoti del Signore, frati e suore,
il Signore, benedicite. Credenti e credenti spenti, benedicite!
Servi tutti del Signore, spiriti e anime
dei giusti, pii e umili di cuore, Anania, Azaria e Misaele, benedicite il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
Benediciamo il Padre e il Figlio con lo Spirito Santo, lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
Benedetto sei tu, Signore, nel firmamento del cielo.
Amen
Benedicite!
da Dn 3, 57-88. 56
IL SOGNO CHE FARÒ STANOTTE
È un periodo in cui sogno molto.
Un amico diceva
che quando la batteria si scarica
e la vita si fa avara
il sogno diventa generoso.
Ai sogni si comanda:
Vorrei sognare il partigiano
che festeggia la Libertà.
24 aprile 2025
UN SOGNO MANCATO
Non giudico l'autore dei miei sogni,
ma sporgerò un reclamo:
Al posto del partigiano
che festeggia la Libertà
ho sognato
un borsaro nero che godeva
del suo illecito guadagno.
È un sogno
più reale del re di maggio.
25 aprile 2025
- 80esimo della Liberazione
È VANGELO!
Vabbé, gli ultimi saranno i primi,
ma restano male nelle fotografie.
25 aprile 2025
PUOI DIRTI LIBERO?
A volte, in piena libertà,
di tutte le opportunità
non sai che farne
e cadi
nell'inazione,
come chi poltrisce, la domenica,
nel giorno "libero"
senza idea di chi chiamare,
di che proporre,
perché uscire
e non disturbare.
È quando la libertà manca
o ti dicono cosa non puoi fare,
che la libertà ti spinge
ai divieti ribellarti, unirti agli altri,
protestare.
Assaltiamo il cielo!
Con il coraggio,
festeggiamo pure maggio!
25 aprile 2025
BERGOGLIO
Per essere stato un papa
che disse di non costruire muri
ma di costruire 'ponti',
per morire il Lunedì dell'Angelo,
con il funerale dopo il 25 aprile,
grazie; per il Primo Maggio
il passo è breve.
26 aprile 2025
I LUPI VESTONO A LUTTO
Credo che la memoria usa e getta
sia un privilegio di chi non l'ha mai allenata,
non ha studiato,
di chi ha sempre registrato gli eventi
con il pelo sullo stomaco
e con la pancia piena.
Tanti, intorno a noi,
non conoscono la storia,
ma nemmeno gli eventi di un mese fa.
Rimuovono tutto,
perché è di moda,
perché gli si consente.
Nessuno dice niente.
Nulla dicono i complici,
nulla dicono i paurosi.
Ricordano solo i coraggiosi.
26 aprile 2025
70 TRA DUE MESI
Pensare che tra due mesi esatti compirei 70 anni... (se ci arrivo), mi farebbe sgomentare se non avessi ogni minuto di queste bellissime 24 ore/die che mi accompagnano in attività bellissime molto ricche di suggestioni incredibili e affetto da parte delle persone con le quali ho la fortuna di intessere relazioni di comuni interessi o semplicemente di stima e piacere di stare insieme, ridere, condividere la meraviglia dello stare al mondo in questo modo che mi fa sentire vivo e ancora più giovane di come non fossi dieci anni fa. Chissà se questo momento si stabilizzerà! La vita, l'ho imparato, è fatta di momenti, alti, bassi, ricchi o aridi di soddisfazioni e bisogna accettarla come arriva, sopportare la pioggia e godere del sole. Anche farsi piacere la pioggia è un esercizio benefico e positivo. E dirsi vivo è già un successo!
Viene in mente un discorso ascoltato ieri, in un servizio del canale 50 del digitale terrestro, in uno speciale di Sky tg24 sul 25 aprile. Il conduttore che parlava ai liceali diceva che dal '43 all'aprile del '45 del secolo scorso si era verificata una condizione esistenziale, in quei giovani, negli uomini, nelle donne, che avevano compreso i danni e la corruzione del ventennio fascista in cui molti di loro erano nati senza conoscere nulla di ciò che era prima, e avevano visto morire i parenti in guerra e nei bombardamenti, avrebbero potuto nascondersi e imboscarsi per i successivi pochi anni di guerra che si prevedeva finisse irrimediabilmente in poco tempo, e invece avevano disertato la guerra fascista e avevano provato l'orgoglio di tentare un riscatto nazionale cacciando il tedesco occupante e combattendo i vigliacchi delatori repubblichini collaboirazionisti del nazismo e delle deportazioni, delle fucilazioni e delle stragi di civili. Quei giovani, quegli uomini, quelle donne, ben sapendo che la loro scelta poteva farli finire 'fucilati', 'torturati', 'sepolti vivi', 'resi schiavi' e poi 'passati per il camino', senza che nessuno potesse ricordarne l'eroismo, si ribellarono e l'insurrezione ci fu, unicamente in Europa, alcuni giorni prima dell'arrivo degli anglo-americani. Questo moto interiore di riscatto è quello che ancora a noi manca, non si dovrebbe aspettare che la situazione incancrenisca anche oggi, in corsi e ricorsi nefasti della Storia. Io non lo vorrei. Aspettare sarebbe dannoso. Vorrei che i giovani (che su Facebook non ci sono) lo capissero un po' prima di restarne vittime.
26 aprile 2025
IL PARTIGIANO JOHNNY
Questa frase non la mediterò mai abbastanza.
Oggi mi dice che il cambiamento resistenziale non è restare fermi, ma saldi.
E che il punto fermo mantenuto in coerenza ripaga di una rinascita che sicuramente verrà.
26 aprile 2024
TROVATA L’ETERNITÀ
Sono un assiduo ricercatore
Di ciò che non può
Mai essere trovato.
28 aprile 2025
(Un momento della ricerca)
SINDROME DEL FOGLIO BIANCO
Non la provo mai per la scrittura.
È raro che la provi per una giornata vuota.
Ci sarà sempre qualche inezia
che mi muoverà a reagire
a un fatto esterno
che, per quanto estraneo,
sempre mi riguarderà.
Anche con la penna in mano,
un disegno non viene,
e una matita esprime una greca
che disegna una cornicetta
e il centro resta vuoto,
iconoclasta fai da te
o si riempie di un sole infantile
che ride, beffardo, di me.
Proverò con un pennello,
con l'acqua e tre strisce di colore,
il rosso, l'arancio, il blu.
Non significano niente.
Non ho niente da dire.
Come un foglio bianco.
Simbolo di potenza inattuata.
Tempo di sprecare una giornata.
Sono le sette,
il traffico comincia a chiamare,
le campane han suonato,
un altro giorno è cominciato.
Prendo in mano il pennello,
ricomincio da quello.
30 aprile 2025
ZOT!
Dopo quattr'ore circa di buoni sentimenti
espressi dall'alba sino al telegiornale,
se ne uscì con un vaffanculo tutti!
30 aprile 2025
ATTENZIONE A COSA DICO
Ho un messaggio importante, illuminante:
ho sempre considerato il mare
la mia linfa vitale, una parte di me stesso,
quel liquido che mi scorre dentro
e quando mi c’immergevo, sino da lattante,
in braccio alla mamma,
che mi rinfrescava dai raggi del sole
che fissavano la vitamina D,
il mare mi era necessario.
Lo fu per molto tempo.
Ancora adesso ho bisogno di saperlo vicino
ed ogni tanto ci vado, a salutarlo.
Insieme a lui medito sulla Ruota delle cose
e delle vite, dei cicli.
È un maestro che mi ha insegnato tanto,
chissà che non vi ritorni!
L’acqua, le barche, il navigare,
lo scopo del movimento
che sembra uno scopo non averlo,
li trovo nelle nuvole, nel volo, nel cielo,
nell’aria e nel vento, attratto da essi,
che adoro.
Non c’è come nel colore azzurro del cielo,
nelle nuvole, nel respiro della terra,
l’immagine di ciò che svanisce,
si muove, sparisce.
Nella luce o nella notte (se compaiono le stelle)
tutte le cose illuminate sono belle
e pure l’ombra stimola a scrutare le differenze,
a immaginare il colore.
La luna stessa, nel ciclo femminile di 28 giorni,
suggerisce che ogni cosa torni,
in questa particella di universo,
in cui ogni atto può essere un gesto perso.
Voi che ascoltate, non ignorate!
…Che questo è un canto adorante
di misero poeta ignorante
del dolore delle foglie morte,
di radici storte,
di memorie corte
di anellidi dalla zappa tranciati
di moscerini ingoiati
bevendo una coppa di vino
a una festa di Capodanno, a un compleanno,
a una festa laica come a Pasqua o a Natale
senza pensare
che l’anno
può
finir male.
Quell’aspirazione al cielo
è il risvolto dell’amore per un velo
di mistero bello e sperato
di un destino sereno e appagato.
1 maggio 2025
L'ORIGINALITÀ
È dire una cosa nuova,
è descrivere una città prima che piova,
d'estate, dopo tanto.
È respirare la fretta
di tante che si rifugiano sotto una tenda,
di chi rientra con la spesa,
di chi ripara il giornale dentro la maglietta,
è chi, invece, la fretta,
proprio non ce l'ha.
In città
è rarità.
Un mendicante indossa il cappello,
centesimi in tasca,
un barbone entra nella vasca
della fontana
e nessuno se ne cura,
anzi, s'allontana.
C'è chi spera nel temporale
e chi assaggia le prime gocce,
come lacrime, di sale.
Una bella versata,
e bagnata,
è la fidanzata.
1 maggio 2025
- Strano che parli di pioggia, in un primo maggio di sole!
LA DOLOROSA SALVEZZA
La porta stretta
per salvarti da un delizioso sogno,
che verso la fine ti stringe
e ne vorresti scappare
è il crudele risveglio.
Quelle bellissime giovani ragazze guerriere
erano le Erinni, e lo sai.
Non rimpiangerle, mai!
Catalano direbbe
che è meglio la dura realtà
che un piacevole 'fottuto' incubo.
1 maggio 2025
ADIÓS
Testo di Adiós di Mel Muñiz
coro
Addio, addio
Prego per tutte le tue paure
Addio, addio
E cosa era una volta
da vedere
Come un'onda sulla riva
Marea rinnovata
Va e viene, va e viene
Se questo inverno viene lasciato andare
E non aprono le porte
Che i fiori si aprano per te
Che i fiori si aprano per te
coro
Addio, addio
Prego per tutte le tue paure
Addio, addio
E cosa era una volta
Addio, con l'amarezza nel petto
Con tutto ciò che è urgente
Addio, quell'oscurità e il tuo potere, mamma
Evoco il tuo amore
Addio, e se questo inverno ci lascia andare
E con la tua rabbia si chiude
Addio, sono i fiori che si aprono per te
da vedere
Esci da quella palude in ginocchio
Raccontami tutti i tuoi dolori
La tua verità, la verità
Se questo inverno viene lasciato andare
E non aprono le porte
Che i fiori si aprano per te
Che i fiori si aprano per te
coro
Addio, addio
Prego per tutte le tue paure
Addio, addio
Evoco il tuo amore
gancio
Addio, addio, addio
Non ho paura di niente
Con questo fuoco nel petto
Ti evoco dal mal d'amore
Addio, addio, addio
Non ho paura di niente
Di notte un riflesso argentato
La regina dei tuoi sogni si è innamorata di te
Addio, addio, addio
Non ho paura di niente
Coraggio per non piangere per le tue paure.
VORREI UN GIARDINO
Vorrei che nel mio Paradiso
ci fosse un tuo giardino
né grande né piccino,
comprendente il tuo sorriso,
o Mamma,
e che il tuo tempo eterno
non comprendesse l'inverno.
Ovvio, Primavera ed Estate
son le stagioni sognate.
L'Autunno delle foglie rosse
farebbe scordare il gelo delle fosse,
l'aridità, con la caduta a volo
di quelle tante foglie scosse.
Il tuo giardino rifiuta l'inverno.
È lasciato a Caino, caduto all'inferno.
Rifiuta l'assassino, il bellissimo giardino
della pace il paesaggio
di questo maggio l'assaggio
e comprende gli alberi da frutto,
il ciliegio del Giappone, il pesco e il pero
li sogno e li vedo per davvero.
Inizia pure a lavorarci,
Mamma,
non vedo l'ora di arrivarci.
1 maggio 2025
STALINGRADO
Ho fatto una telefonata a un amico
che è come un fratello.
È infatti molto più di un compagno.
Mi ha detto che verranno, lui, sua moglie, la figlia, i due nipoti,
al presidio che si opporrà
al raduno nazionale
degli innominabili.
Gli ho detto il mio sconforto
di dover ancora, dopo più di cent'anni,
avere il problema di vedere invase
le nostre piazze.
Sono al governo: cosa vogliono, di più?
Annientarci. Epurarci.
Ci decimarono, ci torturarono,
ci deportarono.
Ci gasarono. Ci fecero passare
per il camino.
Dopo ottant'anni che li abbiamo sconfitti,
tornano.
Perché? Perché glielo avete permesso?
Sconforto.
Per reagire, ero indeciso...
O "L'anno che verrà" o "La Storia"
di De Gregori.
Ho mandato a palla "Stalingrado"
(Stormy Six).
2 maggio 2025
ONTA E VANTO PER LO SPEZZINO
Acquitrino
cittadino
del mosquito assassino
sotto l'ombra del buren del belino
onta e vanto per lo spezzino
vittima designata del travertino.
Paolino Luporino Pasquino dell'Umbertino
RIGUARDARSI
Quando si dice a una persona cara:
"Dái, riguardati!",
gli si vuol dire di fare attenzione,
e ri-guardarsi, allora,
è, nell'addio, nel lasciarsi,
il voltarsi indietro,
più volte, soffermarsi
a riguardarlo,
cercare il suo sguardo,
con affetto salutarlo,
benedirlo
o tornar di corsa indietro,
riabbracciarlo.
3 maggio 2025
Ogni partenza è un addio.
UN BEL TACER
C'è una distanza tra la mano e la mente
che è equidistante tra noi e la gente.
Se passa un attimo tra il pensare e l'agire,
ne passa altrettanto tra il pensare e il dire.
Se c'è una risposta,
capisci che non sei capito
l'incomprensione costa.
È un dolore che fa pensare
che è inutile dire,
che a poco serve parlare
e quelle parole: "Hai capito?"
sono interpretate di primo acchito
come un insulto che va zittito.
Il mio luogo comune è:
"QUINDI MI TACCIO!",
lo penso, ma mai lo faccio.
3 maggio 2025
L’AMORE, BISOGNO FISICO
È una necessità che abbiamo tutti,
il sentirsi amati.
È come il bisogno d'acqua, del cibo,
del respiro, della circolazione del sangue.
Anche nel coma,
avere una persona vicino
ci tiene vivi.
Il bisogno di dare, dare amore,
dipende invece dalla volontà.
Sono molti meno gli atti d'amore che diamo,
il toccare una mano,
sostenere uno sguardo di simpatia,
dire "Ti voglio bene", "Sono qui per te", "Eccomi".
È forse per quello che, non più amati da nessuno, muoriamo.
Due parole salvano.
Te le dico: "Ti amo".
6 maggio 2025
UNA LACRIMA PESA 0,001 GRAMMI
Quanto pesa una lacrima?
Una lacrima di una mamma che ha perso il figlio pesa
più della croce che porta.
O madre addolorata,
fa' che tale croce a noi sia risparmiata!
6 maggio 2025
AUGURI, ANDREA
Auguri Andrea,
con l'aumentare dell'età
l'udito viene meno
e così
anche gli anni
...non si sentono più.
7 maggio 2025
DOVE SI NASCONDE LA POESIA?
Chi sa trovarla la pesca persino
in un articolo scientifico
sull'urina delle balene
(mille litri al giorno, l'uomo solo 2).
L'articolo dice che il loro spostamento
di 4000 tonnellate di azoto l'anno
ristabilisce l'equilibrio chimico/biologico
degli oceani
e se le piante sono considerate
i polmoni della terra,
le balene, con le migrazioni
di 11000 chilometri dai poli
ai loro Santuari Marini
delle zone tropicali
dove migrano per incontrare un compagno
e riprodursi,
sono
il Sistema circolatorio degli oceani.
Ne sono il sangue, ne sono il cuore.
Forse chi migra, chi è nomade,
è quello zingaro
che tiene in vita la Terra,
certamente
la sua umanità.
7 maggio 2025
SONO IL VOSTRO TELEFONO AMICO
Chiedete
per altri consigli.
FUMATA BIANCONERA
Sono
le 19:26 ÷ sono già 13 minuti che guardo un camino con un gabbiano vicino e la
cronista fa ipotesi sulle cause del ritardo. Io m'immagino che, tra tanti
cardinali, nessuno che fumi e non si trovi un cerino da accendere... nel
frattempo il gabbiano se ne è andato e poi è tornato: 19:30.
Alle
21 la fumata era nera. Nera nera nera.
NESSUN CONFINE CHE IL CIELO
Il
paradosso degli uomini
è
che innalzano muri,
abbattono
ponti, li ricostruiscono,
bombardano
mura,
abbattono
palazzi,
vivono
in tende,
guadano
fiumi, navigano oceani,
scatenano
guerre, stringono alleanze
contro
un nemico
ma
poi...
guardano
tutti un banale camino
scommettono,
pregano, sperano
ma
poi...
la
fumata è nera
e
si ritorna a sperare, a pregare
che
un uomo,
un
solo uomo,
vicario
di Cristo,
incarni
il miracolo
che
gli altri non fanno:
pensarci
tutti, pregare per tutti,
indicare
a tutti una via.
Il
confine è il cielo.
La
fumata bianca
ha
la pretesa di superarlo.
Ripetere
l'Ascensione.
7 maggio 2025
NOMADISMI
Sebbene
io tema di spostarmi dalla mia città,
scrivo
e parlo spesso di migrazioni,
migranti,
navigazioni, oceani attraversati
(ne
attraversai uno solo quattro volte).
Esalto
le partenze, canto gli addii,
celebro
gli incontri, li organizzo,
perché
tornare è sempre un rincasare
ed
uscire è rinascere, iniziare, partire.
Non
temete, se temo Sarzana, Portovenere, Lerici,
desidero
Genova, città simbolo
di
un Ritorno a casa
più
grande,
in
cui non potrete seguirmi
che
a prezzo della vostra vita.
7
maggio 2025
"Con
quella faccia un po' così... che abbiamo noi prima di andare
a
Genova... "
GRAVE LUTTO
Sono molto
addolorato
per la recente
perdita
del mio grosso pesce
rosso
(Embolia polmonare)
e il mio dolore è
ancor più grande
perché ne sono stato
avvertito solo
a tumulazione
avvenuta.
Chi non me l'ha
detto ha voluto cercare
di risparmiarmi un
dolore.
Invece io l'ho
cercato nell'acquario
e non l'ho trovato.
Di solito, i
moribondi,
si recano al
cimitero degli elefanti degli acquari,
dietro la pompa del
filtro.
Il pesce spazzino
indossava
la livrea nera del
lutto.
È così che l'ho
saputo.
Era un bravo pesce.
Me lo ricorderò,
muto,
quando apriva e
chiudeva la bocca
per dirmi che aveva
fame
e, poi, per
ringraziare, e volteggiava, danzava, per me.
Mi diceva le sue
preghiere della mattina
e della sera,
ero il suo dio che
lo manteneva in vita.
Chissà se chi legge
questa l'avrà capita!
8 maggio 2025
SARÒ BREVE
E a questo punto finisco..
Bìos
Bìos significa vita, in greco, indica le condizioni, i modi in cui si svolge la nostra vita. Zoé è dunque la vita che è in noi e per mezzo della quale viviamo (qua vivimus), bìos allude al modo in cui viviamo (quam vivimus), cioè le modalità che caratterizzano ad esempio la vita contemplativa, la vita politica ecc., per le quali la lingua greca usa appunto il termine bìos accompagnato da un aggettivo qualificante. Perciò questa collana comprende molti soggetti di genere diverso che, tutti, la riguardano.
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Pubblicato nel maggio 2025
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