PIANO INCLINATO

 



 

PIANO

INCLINATO

(pensierini)


di

Paolo Luporini




Copyright © 2025 – PIANO INCLINATO

- Paolo Luporini –

 

Tutti i diritti riservati

 

Foto o disegni di Paolo Luporini,

oppure immagini dal web

o create dall’AI

Il font principalmente usato è il Liberation Sans,

facilitato per i dislessici




DEDICA

 

A chi mi ha seguito sin qua.

A chi lo ha fatto da sempre.

A chi mi ha preceduto e che seguo.

A chi passa, m’incontra e sorpassa,

sul piano inclinato della vita.

A chi con me resta un poco.

A chi rimanda l’incontro a tra poco.


Per chi mi crede superfluo e superficiale

c'è rimasto poco da dedicare.

 

Nei miei pensierini

entrate anche voi,

che tutti scivolate.


 

PIANO INCLINATO

 

Quel magico momento in cui hai finito il tuo quarantacinquesimo libretto di pensierini ma ti viene prepotente in mente il titolo del quaranta-seiesimo...Ho deciso. Il mio 46° libro di pensierini s'intitolerà "Piano inclinato" e avrà in copertina un grafico nel piano laterale di un piano inclinato con un grave vincolato nel lato basso da un piano inclinato supposto con attrito. La massa del grave è sottoposta alla forza di gravità. Questa forza, non sembri che ve lo stia insegnando, si scompone in due vettori, secondo la regola del rettangolo. A uno di questi si oppone il piano. L’altra fornirà il moto. Più aumenta la massa, più veloce sarà il moto del grave in discesa.






RINGRAZIAMENTI 

Paolo Luporini scrive pensierini. 




Grazie,

ecco un’opportunità di darvi una pausa e farmi ricevere un refolo d’aria che potrebbe ripagarmi del mio coraggio o della mia sfrontata spudoratezza, quella mai tentata da nessuno, la Lode della Pausa.

Sii indulgente, rispettoso, ma sincero:   pluporini@libero.it

PL




INCONTRI DI LUGLIO 2025

AL NUOVO SPAZIO BARONTINI

Carissime/i,

Il Centro anziani di piazza Brin della Spezia è impegnato nell'Oasi estiva per anziani nei mesi di luglio e agosto. Gli INCONTRI DI LETTURA riprenderanno probabilmente martedì 16 settembre 2025, mentre il 4 luglio scorso si è svolta alle 21 al NUOVO SPAZIO BARONTINI in via Ronzano a Sarzana la BIBLIOTECA VIVENTE AL BARONTINI.

Ci saranno altre apericene alle ore 20 al prezzo indicativo di 10 € a testa e poi alle 21 inizieranno gli eventi degli INCONTRI DI LETTURA AL BARONTINI, il mercoledì e il venerdì, a cominciare dal 9 luglio con la scrittrice Susanna Varese che presenterà il libro di racconti "QUANDO I SOGNI VINCONO" di Dario Petucco, anche lui presente per dialogare con lei e per il firmacopie.

L'11 luglio alle 21 il protagonista sarà Uberto Scardino con il suo libro "DUE VOLTI" e l'accompagnamento musicale di canzoni d'autore interpretate da Gian Luigi Ago, che le eseguirà con la chitarra e l'armonica a bocca.

Il 16 luglio alle 21 Gian Luigi Ago, Paolo Luporini e Rosaria Pannico dialogheranno di fantascienza ed ecologia partendo dal di lei libro "Viaggio verso un nuovo mondo - L'inizio della mia avventura" (Il Saggio).

Il 23 luglio l'incontro sarà musicale, con il mattatore Gian Luigi Ago.

Il 25 luglio nuovamente Gian Luigi Ago suonerà brani confacenti l'INTERVALLO di Giovanni Tabacchiera, uno spettacolo di monologhi tra l'ironico e il tragico su temi sempre attuali.

Il 30 luglio sarà mio ospite l'autore Luciano Torri, un atleta che ha percorso molti cammini dei pellegrini, in Italia, e che di questa esperienza si è servito da spunto per scrivere il suo primo libro, "MISTERI SULLA VIA DEGLI ABATI: Non credere a chi dice di non portare maschere".

Spero di vedervi in qualcuno (o tutti) di questi piacevoli e interessanti incontri. C'è pure da divertirsi. La qualità dell'ospitalità della gerente Anna Minelli è ottima.

Grazie per l'attenzione. A presto.

Paolo Luporini




(S-PUNTI DI VISTA)

 

“Il prete e i suoi inimmaginabili inferni” di don Marco Pozza

Li vedi consacrare e alzare l’Ostia durante la messa, abbelliti da vesti che li rendono diversamente umani. Li vedi seduti ad ascoltare chi si avvicina loro per una parola di ristoro, un gesto d’umanità, una benedizione che drizzi ciò ch’è sviato. Li vedi all’opera: imbarcarsi con frotte di ragazzi per i campiscuola, incamminarsi verso i santuari con la comunità, “farsi in quattro” perchè nessuno si senta foresto nella Chiesa e possa godere di una parola che, pronunciata dal sacerdote, riaccenda l’eco del Dio che l’ha pensata. Li vedi così: all’ombra del campanile o in oratorio, dentro le galere o nello schermo della televisione, in confessionale come dentro i luoghi di lavoro, nel silenzio di un chiostro o nella baraonda della sagra paesana. Li vedi così e, malauguratamente, pensi: “Che problemi vuoi che abbiano? Hanno sempre il sorriso sul volto”. Ci si dimentica, vedendoli, della doppia personalità del prete: uomo come tutti, forse anche il più misero – san Paolo si definì «un aborto» (1Cor 15,8) – che nello scafandro della sua vita accetta l’invito di Dio che chiede di calarvisi dentro come un palombaro. Li si vede preti e raramente ci si ricorda dell’uomo celato dietro questa missione al limite del possibile: l’uomo che piange e ride, riflette e s’interroga, che di giorno ti parla di Dio con il cuore dopo che la notte ha alzato la voce con lo stesso suo Dio: «Maestro, non ti importa che noi moriamo?» (Mc 4,38) Lo chiamano “Alter Christus” il sacerdote, ma «talvolta, leggendo il Vangelo, ho come l’impressione che il Figlio dell’Uomo, durante la sua vita, non sia mai stato riconosciuto veramente all’infuori di sua madre, del cieco nato e del ladrone sulla croce» (F. Mauriac). I restanti? Quattro di picche.

Uno di questi preti, don Matteo Balzano di Novara, 35 anni, si è suicidato. Si è tolto quella vita che, quasi certamente, avrà aiutato gli altri a colorare di un senso, di un significato: a qualsiasi età si è disposti a sopportare anche la stanchezza più assurda, a non mollare il tentativo a patto di riuscire a trovare un significato alla fatica. «Nessuno sa l’inferno che uno ha dentro per arrivare a un gesto estremo» disse don Matteo ad un’amica. Si è suicidato in canonica, casa che nell’immaginario è il “pronto soccorso” dell’anima: la casa in cui, certi giorni, chi la varca «nell’andare se ne va e piange, portando la sua semente da gettare, ma nel tornare viene con giubilo, portando i suoi covoni» (Sal 125,6). La casa in cui il prete, con la grazia di Dio, diventa profeta di un futuro nuovo per la tua vita; luogo in cui il peccato viene riciclato e la consolazione diventa olio per un motore che ha acceso la spia rossa. Li vedi all’opera: mai ti immagineresti che dietro quel volto ci sia un uomo che, qualche sera, avrebbe bisogno lui di un gesto di tenerezza, di consolazione, di un abbraccio che lo stringesse forte al posto di quel maledetto cuscino che abbraccerà nelle notti insonni, come un’ostrica sta stretta sullo scoglio per non cadere. Lui, il don Matteo che avrà distribuito la pietà più bella porgendo l’olio dell’estrema unzione sul capo di chi stava morendo, è morto da solo. Dentro una casa che si è fatta prigione.

Il prete (chi scrive lo è per grazia di Dio) è confortatore per vocazione, per scelta: ma chi conforta i confortatori? Da medico fascia le ferite: le sue ferite, però, chi le cura? Dio scommette sul suo potere di guarire: ma chi guarisce i guaritori? La cosa più scontata: “Hanno Dio con loro, preghino invece che lamentarsi!” Ma certe sere la preghiera, per incunearsi nelle crepe della carne, ha bisogno di un vestito umano che si avvicini all’orecchio perchè attecchisca, perchè non sia il soliloquio del condannato a morte ma il grido dell’innamorato che si sente perduto da solo: «Maestro, non t’importa che noi moriamo?» (Mc 4,38). Noi preti siamo gente da trincea: anche muli da soma, asini da battaglia. Basterebbe così poco, certe sere, per tenerci in ordine il cuore e la missione: una parola, una telefonata, un: “Come stai?” Quando il cuore è in subbuglio e l’anima singhiozza, le cose e le parole non sono mai solamente cose e parole. Non scandalizza che anche un prete, certe volte, pensi al suicidio: la consolazione è che una parola, quelle stesse volte, abbia la forza di annullare quest’idea. Consolando chi accetta di spendere la vita per consolare.

***

(da “Il Sussidiario”, 7 luglio 2025)

Buona giornata, buona meditazione: riposa in pace, don Matteo!

Una preghiera per tutti i sacerdoti. Che, nell’attimo della prova, ci sia un Dio in borghese sul ciglio dei loro precipizi a tendere una mano. Io, nel frattempo, ringrazio Dio di avermi fatto trovare la mano misericordiosa di Papa Francesco. Mano che, ancora oggi, sento poggiata sulla mia testa: senza quella mano si sarebbe perso l'uomo, non soltanto il sacerdote.

 




IO SCRIVO

 

Ogni donna,

ogni uomo che pronuncia o scrive parole

ha la responsabilità etica

di ciò che dice o scrive.

Se non ce l'ha,

è meglio che taccia.

Palestina Libera.




[!] Anna Foglietta - Premio Strega LXXIX Edizione 03/07/2025.



IL LUNGO ADDIO

 

Si chiama il lungo addio. Il cervello "si restringe" (è così che lo ha descritto un medico). E man mano che il cervello lentamente muore, anche il paziente cambia fisicamente e alla fine dimentica chi siano i suoi cari e diventa meno "se stesso". I pazienti possono alla fine essere costretti a letto, incapaci a muoversi e impossibilitati a mangiare, bere o parlare con i loro cari.

Ci saranno persone che scorreranno questo messaggio senza soffermarsi più di tanto perché - fortunatamente - la Demenza o l'Alzheimer non li ha toccati e non sanno cosa vuol dire avere una persona cara che ha combattuto o sta combattendo una battaglia contro la demenza o l'Alzheimer.

 


CARMEN TORTORA

 

Benvenuti nel nuovo fronte dell’uguaglianza “progressista”: in Danimarca, dal 2026, anche le donne saranno arruolate con la forza. Perché? Perché serve carne da cannone.

Il piccolo regno nordico, totalmente allineato con le direttive NATO, ha svuotato i propri arsenali per mandarli a Kiev e ora, nel bel mezzo della corsa al riarmo, si scopre improvvisamente con troppo pochi soldati. La soluzione? Una bella “lotteria della parità” in cui ragazze e ragazzi di 18 anni verranno sorteggiati per servire lo Stato in uniforme. Se prima le donne potevano scegliere, adesso si “sceglie per loro”. Ma sempre in nome dell’uguaglianza, sia chiaro.

La stampa (1) celebra il passo come un trionfo del progresso. In realtà è solo l’ennesimo segnale di un’Europa in modalità pre-bellica, che militarizza i giovani, allunga la leva (da 4 a 11 mesi), e chiama il tutto «deterrenza collettiva». Più reclute significa più potenza di fuoco. Parola di ufficiale.

E la Danimarca non è certo un caso isolato. Ai confini con la Russia - dai Paesi Baltici alla Finlandia, dalla Polonia alla Romania - fioccano programmi analoghi: propaganda patriottica, spot televisivi, influencer in mimetica e “giornate dell’esercito” nelle scuole. Il messaggio è chiaro e coordinato: preparatevi. Non a pensare, ma a combattere.

In perfetta continuità con il modello danese, anche Berlino ha imboccato lo stesso sentiero. La Germania (2) ha annunciato la possibilità di reintrodurre il servizio militare obbligatorio già dal 1° gennaio 2026, se il numero di volontari non sarà sufficiente. L’obiettivo è incrementare l’esercito di almeno 100.000 soldati, per riportare le forze armate a una piena capacità operativa.

A questo si aggiunge la pressione crescente da parte della NATO, che ha richiesto un aumento delle truppe tedesche di ulteriori 50–60.000 unità per far fronte ai nuovi scenari bellici (3) e alla militarizzazione dell’Europa orientale. La Bundeswehr, già sottofinanziata e con un numero di effettivi ridotto, è ora al centro di una ristrutturazione massiccia.

Il ministro della Difesa ha lanciato un piano di “reclutamento nazionale” che prevede, oltre ai questionari obbligatori per i diciottenni, l’apertura di centri di arruolamento nelle scuole e campagne mediatiche mirate a “rieducare” l’opinione pubblica all’idea della leva.

L’estensione della coscrizione alle donne è oggetto di discussione avanzata, presentata come passo verso l’uguaglianza, ma con evidenti finalità belliche. In sostanza, la Germania si prepara a un’economia e una società in stato di guerra permanente.

Nel frattempo, anche nel Regno Unito (4) si respira aria da caserma. Pur non avendo mai ufficialmente abolito la leva - solo sospesa nel 1960 - il dibattito sulla sua reintroduzione si è intensificato negli ultimi mesi. Ex vertici militari, parlamentari conservatori e gruppi di think tank legati alla sicurezza nazionale (5) spingono per un “servizio nazionale moderno” rivolto ai giovani tra i 18 e i 25 anni, da reintrodurre entro il 2027.

Il piano, già discusso a livello governativo, prevede modelli ibridi: sei mesi di addestramento militare o dodici mesi di “servizi civili” in ambito sanitario e logistico, gestiti però sotto il cappello del Ministero della Difesa. Alcune scuole hanno iniziato a collaborare con il reclutamento attraverso attività “formative” in coordinamento con le forze armate.

Anche in questo caso, si parla di educazione civica e responsabilità sociale, ma la sostanza è chiara: si prepara una generazione all’impiego militare, travestendo il tutto con retorica patriottica.

Chi non capisce che viviamo già in uno stato di pre-guerra strutturale, mascherato da difesa dei valori, sta dormendo. E rischia di svegliarsi in divisa.


 




MAINSTREAM

 

Secondo me,

per confezionare tutte queste notizie così assurde,

ci sono eserciti di autori laureati

pagati profumatamente

o delocalizzati in India.








IL CELIBATO ECCLESIASTICO

Un'ottima sintesi della situazione, che pochi conoscono...

IL CELIBATO ECCLESIASTICO: TRA SPIRITO, STORIA E SCELTE DI CHIESA

Un cammino condiviso, due strade divergenti.

di padre Masseo

La disciplina del celibato nella Chiesa Cattolica Romana si è sviluppata progressivamente nei secoli, ma ci sono alcune tappe fondamentali da considerare.

Già nel Concilio di Elvira (circa 306 d.C.) si affermava che vescovi, presbiteri e diaconi dovevano astenersi dai rapporti coniugali, anche se sposati. Più tardi, il Concilio di Cartagine del 390 d.C. ribadì questa prassi, considerandola di origine apostolica.

Con il Concilio Lateranense II del 1139 si stabilì ufficialmente che solo uomini non sposati potevano essere ordinati sacerdoti. Questo passaggio segnò la formalizzazione dell’obbligo del celibato nella Chiesa latina. La motivazione non era soltanto teologica o spirituale: si trattava anche di esigenze di disciplina ecclesiastica e, soprattutto, di controllo patrimoniale. L’obiettivo era evitare che i beni della Chiesa passassero in eredità agli eventuali figli dei preti.

Nel frattempo, la Chiesa Ortodossa che condivide con Roma le radici apostoliche mantenne una disciplina differente, più articolata e forse più equilibrata nella sua visione delle vocazioni. Essa distingue ancora oggi tra clero “bianco” (diocesano) e clero “nero” (monacale). Il clero bianco può sposarsi, purché lo faccia prima dell’ordinazione, mentre quello nero è costituito da monaci e vescovi che abbracciano il celibato come forma di consacrazione totale a Dio.

La Chiesa Ortodossa considera il matrimonio e il celibato due vie egualmente valide per la santificazione. Il sacerdote sposato, vivendo nella realtà familiare, può accompagnare con più empatia i propri fedeli, mentre il monaco rappresenta un segno escatologico più radicale. Entrambe le vocazioni sono rispettate come manifestazioni dell’amore divino vissuto nella carne e nello spirito.

Le Chiese cattoliche orientali, pur in comunione con Roma, adottano regole simili a quelle ortodosse: permettono il sacerdozio a uomini sposati (che abbiano contratto matrimonio prima dell’ordinazione) ma richiedono il celibato per i vescovi. Anche qui, il celibato non è un dogma, bensì una disciplina ecclesiastica che può essere adattata ai contesti e ai bisogni pastorali.

Nel mondo latino, però, questa possibilità non è riconosciuta — se non in alcuni casi eccezionali, come per sacerdoti anglicani convertiti. Tuttavia, il dibattito moderno si è riacceso, anche alla luce delle difficoltà pastorali, della crisi vocazionale e della solitudine che può colpire molti presbiteri. Papa Francesco ha incoraggiato più volte a ripensare la formazione affettiva dei sacerdoti, sottolineando la necessità di offrire un accompagnamento spirituale e psicologico adeguato.

Dal punto di vista affettivo e psicologico, il celibato richiede una profonda maturità e un contesto comunitario capace di sostenere il sacerdote nel tempo. Diversi studi e anche testimonianze dirette di clero indicano che, se vissuto senza adeguata preparazione o accompagnamento, il celibato può diventare un peso, generando isolamento o difficoltà nella gestione delle emozioni.

Storicamente, è innegabile che una delle motivazioni più forti per l’imposizione del celibato sia stata la questione ereditaria. La Chiesa, per evitare dispersioni del proprio patrimonio, preferì un clero senza legami familiari diretti. Il matrimonio non venne bandito per ragioni dottrinali assolute, ma per opportunità istituzionale e gestionale.

E allora sorge la domanda: perché non adottare il modello ortodosso, che da secoli funziona? La risposta risiede nella diversa evoluzione ecclesiale. Dopo il Grande Scisma del 1054, l’Occidente e l’Oriente hanno camminato su binari distinti. L’Occidente, influenzato dal monachesimo benedettino e da una struttura più giuridica e centralizzata, ha sviluppato una teologia del sacerdozio che vedeva nel celibato un segno superiore di dedizione a Dio, rendendo difficile accogliere modelli alternativi.

Tuttavia, oggi molte voci auspicano un ritorno a una visione più flessibile, ispirata proprio al modello delle Chiese orientali, che riconosce la pluralità delle vocazioni senza perdere il senso della sacralità del ministero.

Fratelli e sorelle,

la Chiesa è una vigna ricca di tralci diversi, e lo Spirito soffia dove vuole. Il celibato può essere fiamma luminosa, se acceso dall’amore; ma può diventare brace spenta, se imposto come regola senza discernimento. Il matrimonio, allo stesso modo, è via santa se vissuto come dono e sacrificio.

Non vi è superiorità tra i cammini, ma complementarità. L’Ortodossia insegna che la grazia di Dio non si misura dalla solitudine né dalla compagnia, ma dalla verità del cuore che si offre. Preghiamo affinché tutte le Chiese, nell’umiltà e nella comunione, sappiano onorare ogni vocazione, e riconoscere che nella varietà dei carismi si riflette la bellezza infinita del Regno.

Che la pace del Signore sia con noi.

Buongiorno a tutti

+Padre Masseo




["] La famiglia di un prete ortodosso sposato.



Sauro Castagna dixit

 

"Il tempo è tiranno,

abbiamo ancora tante cose da dirci.

Non perdiamoci di vista,

intanto prendiamo appunti".

 



[£] Giovanna e Sauro Castagna.




IN BRACCIO ALLA MAMMA

 

"Vojo tornar picinin!"

Avrei un possente desiderio:

essere preso in braccio,

come fece Benigni con Berlinguer.

Ma vorrei che lo facesse mia mamma.

Non è più possibile.

 

Mi andrebbe bene anche un pompiere,

ma non vorrei arrivare a tanto.

Si tratterebbe di un disastro.

 

Quale peggior disastro

di quello che stiamo vivendo?

Per condurre una vita normale

occorre essere eroi ogni giorno,

anche senza superpoteri.

Soprattutto.

 

Nell'AI, non ci spero!

Credo al mio angelo custode,

fatelo tutti,

son tempi brutti!

 

9 luglio 2025




NON VORREI CADERE

 

Sono caduto di faccia tre volte.

Ho subito traumi multipli.

Le cause furono variabili

ma tutte erano dovute all'età.

La prima volta fu una corsa per un rubabandiera di genitori dei lupetti.

Avevo 54 anni.

Avevo stretta in mano la bandiera

mentre il naso sanguinava.

 

La seconda, inciampai

in un'ardesia malamente affiorante.

La terza, caddi dal predellino del bus

e scivolai sul piano inclinato

per i disabili.

Mi fratturai due costole,

la radice del naso

è mi traumatizzai le caviglie e una spalla.

 

Il mio pezzo del Corso

è di guerra il percorso

in cui mi alleno ogni giorno,

portatore di occhiali,

tra trappole senza segnali.

 

Non vorrei più cadere

per il dolore

e per la metafora dell'errore.

Meglio sarebbe cadere su un congiuntivo.

Lo vedo difficile, sinché sia vivo.

 

9 luglio 2025




O PALAZZO GIALLO!

 

O palazzo giallo,

ricordo che eri tinto di un verde pallido

e la memoria si veste d'anni!

Ricordo altri inquilini.

Questi, estranei, quelli, vicini.

Incontrerò la pittrice,

all'ultimo piano.

O la lattaia, nel suo fondo.

Sta a me varcare quel portone,

salire o restare al piano terra,

in egual modo in cui conduco

questa disperata guerra.

Oggi c'è il sole, l'aria è fresca,

si dimentica la domanda

se sia un complotto, una tresca

condotta da maghi e streghe di palazzo.

Tanto, come per il resto,

non ci possiamo fare un c...o!

 

11 luglio 2025




SISTEMA CIRCOLATORIO

 

Le autostrade, gli svincoli, le uscite,

le strade che connettono le capitali,

le città, i capoluoghi, ai paesi,

le carrarecce che portano ai campi,

i sentieri che attraversano i boschi

e portano alle montagne,

sono i vasi sanguigni,

arterie nell'andare, vene al ritorno,

e i valichi e i passi

sono le anastomosi che fanno incontrare

chi viene e chi va,

e fanno tornare chi parte.

La Terra è un organismo vivente.

Gli uomini e le donne, viandanti

che solcano Gaia,

trasportano le cose, la fanno respirare,

un po' come le nuvole, libere nell'andare.

 

Considerate la nostra storia,

i viaggi, i cammini, le migrazioni

furono e saranno buone missioni.

 

11 luglio 2025






















Bìos

 

Bìos significa vita, in greco, indica le condizioni, i modi in cui si svolge la nostra vita. Zoé è dunque la vita che è in noi e per mezzo della quale viviamo (qua vivimus), bìos allude al modo in cui viviamo (quam vivimus), cioè le modalità che caratterizzano ad esempio la vita contemplativa, la vita politica ecc., per le quali la lingua greca usa appunto il termine bìos accompagnato da un aggettivo qualificante. Perciò questa collana comprende molti soggetti di genere diverso che, tutti, la riguardano.


 Sherlock Holmes e le lucertole mongole che detestano i formaggi piccanti   PAOLO LUPORINI

Il filatelista ovvero Il cielo sopra via Torino PAOLO LUPORINI

M'assale un Gubbio: Una noce sul vaso PAOLO LUPORINI

A PROPOSITO   PAOLO LUPORINI

La Crociera dell'Ephemeris   PAOLO LUPORINI

Grazia e Meraviglia   PAOLO LUPORINI

éidos e sguardo   PAOLO LUPORINI

Il compattamento-La colonia   PAOLO LUPORINI

La Pietà di Soviore   PAOLO LUPORINI

377, 5th Ave   PAOLO LUPORINI

Klingon Musik   PAOLO LUPORINI

La confidenza di Aurora   PAOLO LUPORINI

Su giù   PAOLO LUPORINI

Nasturzio   PAOLO LUPORINI

SOTTO/SOPRA   PAOLO LUPORINI

SINISTRADESTRA   PAOLO LUPORINI

SPLIT   PAOLO LUPORINI

NORD-OVEST   PAOLO LUPORINI

IN VETTA   PAOLO LUPORINI

GLI SCOUT, racconti ASCI, AGI, AGESCI e MASCI   PAOLO LUPORINI

CORSO CAVOUR 372   PAOLO LUPORINI

LA PIGRA BABY-SITTER   PAOLO LUPORINI

IL LIBRINO DI RONNY STELLA   PAOLO LUPORINI

UN RACCONTO DI NATALE   PAOLO LUPORINI

COME I GAMBERI   PAOLO LUPORINI 

LIBERTY BELL   PAOLO LUPORINI 

MESCIÜA   PAOLO LUPORINI

SEAWOLF   PAOLO LUPORINI

NON C’È CUORE SENZA SPINE   PAOLO LUPORINI

LA GORA DEL GRANDE FETORE   PAOLO LUPORINI

Qo 1, 1-18   PAOLO LUPORINI

LA BARA NON È LA MOGLIE DEL BARO   PAOLO LUPORINI





Poesie

VUOTO   PAOLO LUPORINI

NOVUM CARMĔN   PAOLO LUPORINI

FIORI DI SETTEMBRE   PAOLO LUPORINI

SUDOKU… ma Godot!   PAOLO LUPORINI

PIANTO IL RISO   PAOLO LUPORINI

UN ABBRACCIO   PAOLO LUPORINI

CANI E LUPI   PAOLO LUPORINI

IL SOSPIRO    PAOLO LUPORINI

LA BELLEZZA DELLA SERA   PAOLO LUPORINI

PESTE 2020   PAOLO LUPORINI

SOPRA LA PANCA   PAOLO LUPORINI

KILO   PAOLO LUPORINI

STRAMBATA   PAOLO LUPORINI

NON SAPREI   PAOLO LUPORINI

QUINDICI + QUINDICI   PAOLO LUPORINI

VITA SEGRETA   PAOLO LUPORINI

IL TORSOLO   PAOLO LUPORINI

LA SOMBRA   PAOLO LUPORINI

L’ALBA, IL GIORNO DOPO   PAOLO LUPORINI

RIPASSI   PAOLO LUPORINI

GARIBALDI   PAOLO LUPORINI

RIFUGI   PAOLO LUPORINI

TORNA!   PAOLO LUPORINI

IL DRAGO MANGIACOLORI   PAOLO LUPORINI

NUVOLE DI DRAGO   PAOLO LUPORINI

LA CALMA AI CALMI   PAOLO LUPORINI

TRENTA DENARI   PAOLO LUPORINI

DE RERUM NATURA   PAOLO LUPORINI

BONITO NAPOLONI   PAOLO LUPORINI

TERZA STELLA   PAOLO LUPORINI

OLEANNA   PAOLO LUPORINI

SUPERLUNA BLU   PAOLO LUPORINI

LA FORBICE   PAOLO LUPORINI

MEGLIO TARDI CHE MAI   PAOLO LUPORINI

INNO   PAOLO LUPORINI

ADORO LE PAUSE   PAOLO LUPORINI

IL BIVIO MOLTEPLICE   PAOLO LUPORINI

LETTERINA DI NATALE DI UN ADULTO   PAOLO LUPORINI

IL RITRATTO DI DORIAN   PAOLO LUPORINI

I 40 LIBRONI   PAOLO LUPORINI

ESSER-C   PAOLO LUPORINI

TRANSEUNTE   PAOLO LUPORINI

COROLLARIO   PAOLO LUPORINI

ASINTOTI   PAOLO LUPORINI

XLV   PAOLO LUPORINI



Collaborazioni

No me faltes tu   Francisco Humberto Gonzalez Reyes cartaceo e Kindle

La Fragranza del Clive Christian   MIRKO FERRARINI

…di altre Fragranze   MIRKO FERRARINI

La scia del suo profumo   MIRKO FERRARINI

Gnocco pesto   ELIO DOLCELLI, PAOLO LUPORINI

Cari coetanei   ELIO DOLCELLI, PAOLO LUPORINI

QUANDO   ELIO DOLCELLI, PAOLO LUPORINI

Umanità immagini e parole   Autori Vari

I RAGAZZI DELLE ACACIE   ENRICO CASTAGNA

TEMPI DEI CUORI CHE S’INFIAMMANO Vol. 1  

AA. VV.

TEMPI DEI CUORI CHE S’INFIAMMANO Vol. 2  

AA. VV.

TEMPO AL TEMPO   ENRICO CASTAGNA

AL VENTO   SILVIA CORRADI

LA GIOSTRA DEI SOGNI   SILVIA CORRADI

IL BALLO DELLE DEBUTTANTI   PAOLA SPADARO




Pubblicato nel luglio 2025













 


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